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Molti pregi e pochi difetti nel documento degasperiano dei Popolari di Mario Mauro

Le riflessioni di Mario Mauro, offerte alla valutazione di centristi e moderati, cattolici e laici, parlamentari e uomini liberi da vincoli partitici, hanno un pregio, alcune ingenuità e una carica volontaristica tendente ad aggregare (e non ad allontanare con presunzione da ottimati) consensi popolari su una convinta scelta democratica. Di qui il preciso richiamo ad un indirizzo che prospetta la costituzione di un «partito popolare, democratico, riformista, europeista in concorrenza con la sinistra, ma degasperianamente alternativo alla destra».

I PREGI DEL DOCUMENTO PROMOSSO DA MAURO

Il pregio della nota di Mauro è il realismo, accompagnato da attualismo, che traspare in ogni passo del suo ragionare; è la consapevolezza che la rinascita di uno Stato libero, modernamente attrezzato, non può risolversi con ideologie antiche, superate dalla storia. E neppure con un liberalismo iperindividualista che finisce con lo sfociare in carismi artificiosi; ovvero in rivoluzionarismi illusori. Occorre piuttosto un fatto corale che, da un confronto di una pluralità di orientamenti, sappia trarre motivi di convergenza e di azione unitaria. Di qui non l’uniformità pretenziosa ed obbligata, ma l’unità nella libertà ed anche nel dissenso: che non implica necessariamente strappi e distacchi, ma anzitutto rispetto della pluralità delle opinioni presenti nella società, sia civile che politica.

LE INGENUITA’ DA POTESTA’ STRANIERO

Anche alcune ingenuità traspaiono in più passi delle riflessioni di Mario Mauro, le cui origini culturali discendono da una religiosità militante come quella di Cl, presente in diversi soggetti politici oggi, nella seconda decade del ventunesimo secolo, ma risalenti agli anni Settanta del Novecento, in altro contesto generale. Cioè in un mondo diviso ideologicamente in due antagonismi incomunicabili; con partiti già allora in crisi di identità; con chiusure parlamentari dovute, certo, ad esclusioni ideologiche e politiche che, però, agli autoesclusi (cioè il Pci e gli extraparlamentari di sinistra) davano un’aureola di moralismo farisaico, essendo la corruzione politica ben radicata anche in quel mondo, nient’affatto immacolato. Di qui l’eccessiva speranza riposta nel «podestà straniero», nelle capacità demiurgiche di un tecnico non solo prestato, ma imposto alla politica come fosse l’uomo della salvezza infallibile, oltre tutto rifiutato dagli elettori, prima ancora che dai partiti. I quali, dopo una non breve attesa, avevano compreso che si andava prospettando al paese un futuro fosco in maniera sobria ma priva di autonomia e di riflessi critici ed autocritici.

LE ISPIRAZIONI DI FONDO

Preso atto del venir meno delle condizioni che lo avevano indotto ad aderire a Scelta civica, nella quale era presente un microcosmo non amalgamato della confusa società italiana, Mario Mauro fa proprie moltissime preoccupazioni che circolano in altri soggetti politici, di ispirazione cattolica o liberale ma di segno riformista. E sprigiona tutta la sua carica volontaristica per sollecitarli a individuare un percorso comune non guardando all’indietro. In sostanza propone un riscatto ideale rivolto al futuro e che possa mobilitare leve più fresche, non indispensabilmente giovanissime, possibilmente mai prima sperimentate in un’azione politica vera e propria. E qui non si vede perché e come dissentire, trattandosi di propositi positivi, necessari, utili ad un domani nazionale ed europeo non economicistico e invece connesso ad una visione complessiva di una modernità che va vissuta senza pregiudizialismi.

DOVE E CON CHI MUOVERSI

Mauro sa di non essere il solo a sentirsi impegnato ad aggregare consensi in tale spirito. Sa, cioè, che anche altre personalità, sia giovani che più mature e provenienti da svariate esperienze (come anche in nessuna), si stanno muovendo nel medesimo ambito ideale. Al limite, propone egli pure un dialogo in progressione per giungere a un incontro proficuo, concreto, serio, comprensibile, fors’anche accetto a settori che non si riconoscono negli attuali soggetti politici.

 

PIATTAFORMA DA PRECISARE

L’importante è non sognare, non illudere, non sperare nell’im­possibile. Per questo occorre precisare ulteriormente una piattaforma riformatrice e trasformatrice, adeguata ai tempi nuovi che tutti si augurano, ma per creare i quali servono anche: una vasta adesione; un ragionevole tasso di realismo; una concretezza propositiva in materia di ordinamento costituzionale dello Stato, straordinariamente invecchiato e superato sia nella seconda che nella prima parte della nostra Magna Charta.

ECCO IL MANIFESTO PROGRAMMATICO DEGASPERIAMO DI MARIO MAURO E DE POPOLARI PROVENIENTI DA SCELTA CIVICA

 

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