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Decadono Cav.e Allegri. Ma Re Giorgio non è stato super-partes !

Oltre alla decadenza di Berlusconi da senatore, incombe l’esonero di Massimiliano Allegri da allenatore del deludente Milan.
Napolitano, asceso per la seconda volta sul Colle, grazie anche ai voti degli azzurri, non ha dato seguito al suo proposito di “pacificare” le opposte fazioni, in guerra da 20 anni.
Nel momento-clou, il Capo dello stato non si è dimostrato statista super-partes. E, negando la grazia, motu proprio, al Cav.ha tentato, invano, di rimuovere il suo passato di dirigente del Pci di Togliatti, che chiese e ottenne a Saragat la grazia per Moranino, spietato killer di un gruppo di partigiani e delle loro mogli.
E’ questa, per gli iscritti, per i dirigenti, per gli elettori di “Forza Italia” e per i delusi tifosi rossoneri, la settimana peggiore dalla discesa del Cavaliere, prima, nel “teatrino politico” e poi nel mondo del calcio.
E non è di buon auspicio, per l’ex premier e per i suoi sostenitori, in politica e nel pallone, che lo abbia lasciato Angelino Alfano, il parlamentare a lui più vicino. E che stia per farlo Adriano Galliani, il braccio destro del Presidente nella gestione del club calcistico, con la conquista di titoli prestigiosi e il recente declino, causato da tanti errori e soprattutto dal disimpegno, personale e finanziario, dell’imprenditore di Arcore.

Ma pure Allegri e Balotelli hanno le loro, non lievi, colpe. Come, in politica, Epifani, che ha spinto il PD sulla linea dell’appiattimento sul ventennale antiberlusconismo politico-giudiziario, esiziale, finora, per la sinistra.
Pietro Mancini

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