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Su Sky il confronto fra Renzi, Civati e Cuperlo è stato un flop?

Il flop c’è e si vede, con i numeri che appaiono subito dimezzati rispetto alla medesima prestazione andata in onda dodici mesi prima. Il confronto tra i candidati alle primate del Pd, Matteo Renzi, Gianni Cuperlo e Pippo Civati, è andato ben al di sotto delle aspettative dal punto di vista degli ascolti.

NUMERI
Esattamente la metà: 1,7% di share contro il 3,92% della sfida a cinque del novembre 2012. Certo, non mancano le attenuanti circa il fatto che in palio non c’era la premiership come lo scorso anno tra Bersani e Renzi. Ma comunque si tratta di un risultato poco incoraggiante. Secondo i dati apparsi su Sky Tg24 lo share si è fermato allo 0,97%, mentre su Cielo il dato è 1,7%. Per dirne una, in contemporanea su La7, Maurizio Crozza faceva il 9,56% di share con 2 milioni e 670 mila telespettatori.

CONFRONTI
Lo scorso anno nel memorabile dibattito a cinque voci tra Renzi, Pier Luigi Bersani, Nichi Vendola, Laura Puppato e Bruno Tabacci, messo in onda dal medesimo canale, ecco che c’erano stati ben 683.000 telespettatori con il 2,25% di share per Sky Tg24 e 1.159.000 e il 3,92% su Cielo. Ma i numeri appaiono ancora più diversi se li si raffronta con l’appuntamento andato in onda lo scorso 2 dicembre. Quella sfida in onda su Rai 1 fece ben il 22,85% di share, con incollati al televisore 6,5 milioni di spettatori. E il direttore di Rai 1, Giancarlo Leone, twitta: “Tv. Confronto primarie PD tra Renzi, Cuperlo e Civati. 275 mila spettatori e 0.97% su SkyTg24 e 483 mila spettatori con 1.7% su Cielo”.

SCONTRO SENZA SPUNTI
Se Cuperlo ha insistito sulle tematiche del welfare, stuzzicando Renzi a proposito del presidenzialismo, Civati si è concentrato non poco sui diritti (matrimoni e adozioni gay). Dalla sua il sindaco di Firenze entra a gamba tesa sulle privatizzazioni (“Evitiamo il compro oro”). Insomma, uno scontro senza particolari emozioni quello andato in scena tra i candidati alle primarie del Pd, con il governo Letta promosso da Cuperlo e, a sorpresa, anche da un Renzi. che per una volta ha ritenuto di lasciare a Palazzo Vecchio le pulsioni rottamatrici per indossare impanni più seriosi del leader: istituzionale e meno battutista.

“Non lo ritengo un flop – aggiunge Leone su twitter – L’esposizione mediatica é stata massima e i canali tematici hanno ascolti limitati”.

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