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Renzi non deve cadere nella trappola

Cerchiamo subito di esser chiari. Renzi ha sconfitto il comitato politico affaristico del PCI-PDS-DS all’interno del PD. Quella sinistra non c’è più.

Questa è una buona notizia per l’Italia.

Restano i gravissimi danni che quella sinistra ha inflitto all’Italia e agli italiani da quando negli anni ’80 scelse la mutazione genetica neoliberista, mercatista, supinamente atlantica, e da quando nel 1997 si è appropriata dell’ideologia monetarista che ci ha imposto il “falso” euro facendone la sua irrinunciabile bandiera spacciata ai cittadini per europeismo.

Renzi ha promesso di rompere con questa gente ambigua e con queste idee e pratiche criminogene.

Oggi, Renzi non deve cadere nella trappola ordita da quella sinistra attraverso la Corte Costituzionale che, secondo Giorgio Napolitano, avrebbe dichiarato solo l’incostituzionalità parziale della legge elettorale salvando la legittimità del Parlamento dei nominati e dei suoi atti.

La legge elettorale si deve rifare ma non è il vero problema. Il Parlamento italiano, qualsiasi esso sarà, è un organo rappresentativo i cui poteri sono stati gravemente amputati e umiliati dai Trattati che sono stati sottoscritti e ratificati dal 2010 ad oggi in materia di sovranità fiscale e di bilancio. La legge elettorale è una foglia di fico che nasconde l’inutilità di un parlamento senza sovranità e libertà di manovra.

L’11 dicembre il governo Letta chiederà la fiducia. Renzi deve negargliela senza indugio in base all’illegalità degli atti europei che questo governo intende ancora rispettare prima ancora che per la delegittimazione dello stesso Parlamento italiano.

Non deve essere una discontinuità che ridistribuisce le poltrone di governo ma il rifiuto netto dell’imbroglio ideologico “europeista” che Letta e il suo governo rappresentano.

Non farlo subito, con questi toni netti e moralmente ineccepibili, significa per Renzi tradire le speranze di chi lo ha votato. Significa anche aprire una via maestra ai populismi e alle destre radicali che stanno prolificando grazie alla difesa arroccata di un europeismo che ha perso.

Finanche Papa Francesco nella sua Esortazione Gaudium Evangelii ha preso una posizione netta e moralmente forte contro i principi del neoliberismo che governano anche l’euro.

Non solo il popolo del PD ma la maggioranza del popolo italiano si aspetta da Renzi la rottura delle catene e delle gabbie che ci sono state imposte negli ultimi tre decenni.

Questo vuol dire cambiare!

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