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Ecco il sogno “europeo” di Boldrin, Passera e De Luca

No, Oscar Giannino non ci sarà. Né ci sarà dunque Ali, l’associazione dei liberaldemocratici capeggiata da Silvia Enrico e promossa fra gli altri dalla firma economica Giannino e dall’avvocato Alessandro De Nicola. Le idiosincrasie non consentono una collaborazione fra Ali e Fare. Comunque al prossimo appuntamento organizzato anche da Fare, il movimento liberista capitanato da Michele Boldrin, ci saranno altre associazioni di ispirazione liberale e federalista. E, come in un altro precedente convegno, spiccherà la presenza dell’ex ministro dello Sviluppo economico, Corrado Passera.

IL PARTITO CHE NON C’E?

Gettare il seme della rivoluzione liberale, nella consapevolezza che la nuova federazione “In Cammino per Cambiare” potrebbe essere l’alveo per il cosiddetto partito che non c’è. È il terreno comune sul quale la galassia dei liberali italiani prova a riorganizzarsi in vista delle elezioni europee, con un piglio diverso e spiccatamente federalista. Lo scorso 24 ottobre, infatti, sei formazioni politiche (FARE per Fermare il Declino, Liberali Italiani, Partito Federalista Europeo, Partito Liberale Italiano, Progett’Azione e Uniti verso Nord) hanno annunciato il progetto di federazione, provvisoriamente denominato “In Cammino per Cambiare” con l’obiettivo di portare avanti comuni istanze di rinnovamento politico ed economico del paese e realizzare la riforma liberale.

CAMBIARE CON CHI
Il battesimo di questo rassemblement si terrà sabato prossimo a Roma, alla Residenza di Ripetta. In quell’occasione i dirigenti dei movimenti promotori di “In Cammino per Cambiare” si confronteranno con testimonial provenienti da aree imprenditoriali, dell’accademia, della società civile e del lavoro organizzato:  Massimo Colomban, imprenditore; Francesco Giavazzi, economista ed editorialista del Corriere Della Sera; Sergio Marini, già presidente di Coldiretti; Martin Nkafu Nkemchia, teologo; Marco Nardin, presidente Giovani Confartigianato; Pasquale Natuzzi, imprenditore;  Corrado Passera; Santo Versace, imprenditore e i fondatori di FARE per Fermare il Declino: Sandro Brusco, Andrea Moro, Carlo Stagnaro. A moderare il dibattito sarà Antonello Piroso. Per il Partito liberale italiano parleranno il segretario nazionale Stefano de Luca e Paolo Guzzanti, editorialista de Il Giornale e presidente del consiglio nazionale del Pli che coordinerà l’area editoriale-comunicativa, con una rivista on line (www.rivoluzione-liberale.it), e il progetto R-Liberale curato dall’esperta di esteri Jacqueline Rastrelli.

CAMBIARE COME
Ma cosa prevede in dettaglio l’operazione di sabato? In primis accendere i riflettori su un progetto di matrice federativa, per avvicinare nuove realtà in modalità “open” fino alle europee di maggio 2014. Tra l’altro Stefano de Luca, segretario del Pli, riunirà a Roma la direzione nazionale per tracciare le linee guida a livello politico per i prossimi mesi e si parlerà anche del nuovo progetto “PLI SPORT“, finalizzato alla creazione di un dipartimento interno al partito che si occuperà di sviluppare tematiche di politica sportiva in ambito regionale e nazionale.

COME CAMBIARE LA ROTTA LIBERALE
Bisogna invertire rapidamente la rotta, ma i partiti che sostengono questo governo sono incapaci di farlo, sottolineano i promotori. Che proporranno, secondo le anticipazioni, una radicale svolta politica, istituzionale, economica ed anche culturale, da realizzare “solo cambiando la struttura dello Stato sia a livello nazionale sia a livello europeo, modernizzando la struttura statale italiana e gettando le basi per costruire un’Europa Federale, che superi i limiti istituzionali dell’attuale Unione Europea”. Il mantra prende il nome di nuova formazione politica che rappresenti le componenti sociali più vive e produttive del paese per realizzare quella riforma liberale di cui si discute inutilmente da trent’anni. In Italia, questo soggetto politico non esiste, va costruito.

IL PROGRAMMA DEI LIBERALI BOLDRINIANI (E PASSERIANI?)
E propongono: riduzione del debito statale, mediante dismissione del patrimonio pubblico; riduzione della spesa pubblica, mediante riduzione del perimetro dell’intervento pubblico nell’economia, con conseguenti privatizzazioni ed eliminazione d’ingiusti sussidi; riforma fiscale, che porti ad una drastica riduzione della pressione complessiva e tuteli i cittadini e le imprese dagli abusi della burocrazia pubblica; riforma dello Stato in senso federale, con attribuzione di autonomia impositiva e finanziari

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