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Vi svelo le pazze e incostituzionali norme della Legge di stabilità

Da più parti è stato sottolineato come alcune norme inserite nella legge di stabilità da parte sia del Governo che del Parlamento rischiano di essere dichiarate incostituzionali o di essere bloccate da una procedura di infrazione.

L’ESEMPIO DELLA WEB TAX
Quest’ultimo è il caso – ovviamente – della norma che impone a Google ed altre internet companies di dotarsi di una partita Iva italiana per poter vendere nel nostro Paese, trascurando il fatto che queste imprese fatturano dall’Irlanda che fa parte dell’Unione Europea, e soprattutto dimenticandosi che per cercare di risolvere questo problema, che è in realtà globale, si è impegnato addirittura un recente G 20 che ha insediato appositi gruppi di studio. Le questioni sul tappeto sono- cioè – più complesse di quanto qualche volenteroso parlamentare ritiene.

LE NORME INCOSTITUZIONALI
Le norme incostituzionali sono invece quelle che riguardano le pensioni in particolare quelle relative alle pensioni d’oro (?), e quelle che differenziano l’indicizzazione in base all’ammontare. In altra sede si sono chiarite le condizioni da rispettare per evitare l’incostituzionalità di interventi sulle pensioni in essere, che pure potrebbero risultare necessari, ma Governo e Parlamento fanno finta di niente col rischio, non indifferente che quando le norme in questione saranno dichiarate incostituzionali tra qualche anno, si dovranno trovare coperture dell’ordine di 1,5 md che oggi vengono disinvoltamente utilizzati per finanziare spese in realtà non coperte.

I FILTRI DELLE CAMERE
Ma ciò che più sorprende è non tanto il fatto che il Parlamento, imbottito di giovani parlamentari spesso inconsapevoli della complessità e animati da un giustizialismo primitivo, possa commettere errori anche elementari, quanto il fatto che i filtri a ciò preposti nei regolamenti e nelle procedure delle Camere non abbiano funzionato o siano stati elusi o scavalcati. In altri termini le norme in questione dovevano essere dichiarate inammissibili. Siamo quindi di fronte a una debacle non solo culturale e politica ma anche istituzionale.

LA NUOVA NORMATIVA
Infine vale la pena ricordare che l’ultima modifica delle leggi di bilancio si era posta l’obiettivo di eliminare gli emendamenti localistici e micro-settoriali della legge di stabilità. Ora, mentre la Camera ha adeguato le sue procedure alla nuova normativa, non sembra che lo abbia fatto il Senato con la conseguenza che siamo tornati alla finanziaria omnibus di infausta memoria.

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