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Forza Fossati e Gamberale, abbasso Alierta. Il grido dei piccoli azionisti di Telecom Italia

Avanti tutta con Fossati, ma anche con Gamberale e Castellano. E vade retro Telefonica. Ecco la direzione di marcia per Telecom Italia secondo i piccoli azionisti della società ex monopolista riuniti nell’associazione Asati.

In vista dell’assemblea di Telecom Italia prevista per venerdì 20 dicembre, Formiche.net ha incontrato un imbufalito, eppure fiducioso, Franco Lombardi, presidente di Asati.

Presidente, quale sarà la vostra posizione in assemblea?
Voteremo per la decadenza di questo consiglio di amministrazione che ha fatto solo gli interessi di Telefonica, il peggior partner per Telecom Italia, contro il convertendo e contro la eliminazione del valore nominale delle azioni.

Perché condividete la linea di Fossati?
Perché dopo tanti anni in cui noi piccoli azionisti con quote dell’0,5% del capitale, oggi sensibilmente aumentate all’1%, abbiamo denunciato in tutte le assemblee il conflitto di interessi dei soci Telco, ora tramite la convocazione di questa assemblea possiamo affermare che l’era delle scatole cinesi è finita non solo per Telecom Italia ma per tutte le aziende in Italia grazie proprio a questa vicenda.

Quali sono le vostre principali critiche agli ultimi anni di gestione Telecom?
La svendita dell’immenso patrimonio immobiliare, il caso Sparkle, 480 milioni di euro pagati al fisco, le sim false, gli spionaggi illeciti di Tavaroli, la mancanza di pubblicazione al mercato del rapporto Deloitte, oggi la svendita di Telecom Italia Argentina, il convertendo. Tutte operazioni denunciate per primi da Asati il 7 novembre scorso e che hanno permesso un intervento immediato di Consob e una denuncia alla Procura della repubblica di Roma di cui stiamo attendendo i risultati a breve.

Come giudicate la gestione di Franco Bernabè?
La gestione di Bernabè può essere giudicata con due ottiche. La prima: Bernabè è dovuto coesistere in un ambiente ostile perché il conflitto di interessi di Mediobanca, Generali, Intesa e Telefonica lo ha sempre condizionato nello sviluppo della società, per cui l’unico risultato sensibile è stato una notevole riduzione del debito monstre ereditato.

Tutto qui? Un po’ poco, direi…
Inoltre è riuscito a non svendere l’Argentina prima di oggi, ha cercato di far emergere con il rapporto Deloitte tutti i disastri causati dalla gestione precedente che hanno dal 2000 al 2007 messo in ginocchio la società. Il rapporto Deloitte non conteneva però il disastro della svendita immobiliare come noi avevamo richiesto di integrare e il caso dello spionaggio della brasiliana Kroll, da noi denunciato successivamente, che ha previsto una condanna in primo grado di Tronchetti Provera.

Eppure quando Bernabè era alla testa di Telecom lo avete criticato, mentre ora lo invitate a vostri eventi pubblici e lo elogiate…
Un attimo. Aspetti non positivi della sua gestione sono stati la scelta non ottimale di alcuni suoi collaboratori, la fiducia iniziale in top manager che poi si sono rivelati degli irresponsabili e potenziali traditori della sua fiducia, il troppo attendismo e indecisione sui fatti drammatici che stavano travolgendo la società come oggi stiamo consuntivando. Va però ascritto a suo merito che le decisioni delle sue dimissioni del 3 ottobre non sono da considerare come atto di viltà ma tutt’altro. Infatti hanno accelerato e reso possibile con tempi celeri la visibilità a tutto il mercato delle vere intenzioni scellerate di Telefonica, coperte anche da esponenti non ancora palesati del governo.

Ma quali sono ora i vostri obiettivi?
Il primo obiettivo è far convocare immediatamente una nuova assemblea per variare lo statuto attuale iniquo, arcaico, da società del terzo mondo che assegna i 4/5 dei consiglieri al socio di controllo e a 500mila piccoli azionisti e al 40% dei fondi 3 consiglieri. Il secondo obiettivo è quello di aiutare Fossati, con il nostro ufficio studi, costituito da 15 persone con notevole know how nel campo dei servizi e tlc, e competenze economiche, professori di economia nelle maggiori università Italiane, a fare un piano industriale di rilancio della società, sia nel campo delle infrastrutture sia nel settore dei servizi e dei contenuti, contro il piano attuale basato sulla riduzione dei costi, del personale e vendita di ulteriori asset, vedi le torri…

Perché pensate che Telefonica non possa essere un buon azionista di controllo della compagnia?
Perché Telefonica è stato il peggior partner di Telecom Italia, ha condizionato tutto lo sviluppo perché era in contrasto con quello di Telecom Italia: competizione in Argentina, competizione in Brasile, non ha portato nessuna risorsa economica nella società, anzi ha drenato risorse, ha un debito monstre come quello di Telecom Italia, non ha alcun interesse ad investire sulle reti di nuove generazioni perché deve solo difendere la ricca cassa di Vivo in Brasile, ha comprato con un piatto di lenticchie il controllo di Telco, con un governo compiacente che glielo ha permesso.

Che ruolo può avere il governo, secondo voi, nel futuro di Telecom? E la Cdp?
Il ruolo del governo è stato fino a oggi scandaloso, l’Italia sta prendendo lezione da un Paese una volta del terzo mondo come il Brasile, il Cade, l’Antitrust brasiliano è intervenuto su Telefonica in Brasile e ha anche causato dimissioni di Linares ed Alierta dal cda di Telecom Italia.

Voi di Asati avete discusso con qualcuno dell’esecutivo di Telecom?
Asati è stata ricevuta dal sottosegretario Patroni Griffi 15 giorni fa e abbiamo detto le cose che sto dicendo a lei. Abbiamo detto di intervenire immediatamente sia sull’accelerazione della doppia soglia dell’Opa, sia in un intervento della Cdp con un aumento di capitale di 4 miliardi di euro direttamente su Telecom Italia per poi essere convertito, tipo convertendo o obbligazioni in azioni quando verrà la società TI rete, fissando già oggi il prezzo della rete in rame. Proposte concrete, insomma. Il Senato, con 260 senatori, ha proposte che il Governo continua ad ignorare. È uno scandalo. Il premier si dovrebbe dimettere per il caso Telecom. Quali coperture ha dato agli spagnoli? Perché? E cosa c’è potenzialmente in cambio?

Sta di fatto che Telefonica ha già un accordo in tasca con i soci italiani di Telco per salire nel capitale.
Se vuole il controllo, Telefonica faccia un’Opa a 1,2 euro ad azione. O si faccia una fusione carta contro carta tra Telefonica e Telecom Italia a 1,2 euro ad azione come ci dicono i fondamentali economici nei rapporti di concambio delle due società.

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