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La lenta ripresa di Parigi non salverà Hollande

La lenta ripresa potrebbe non salvare François Hollande e la sua popolarità al ribasso in una Francia che si scopre pericolosamente più vicina ai paesi Piigs che alle sorelle del nord Europa. E con sullo sfondo le difficoltà dell’Ump di comporre un quadro unitario per dare l’assalto all’Eliseo, stretto da un lato dal marchio Sarkozy nuovamente in rampa di lancio, dall’altro da quella che potrebbe essere la vera rivelazione della politica francese nel 2014: un Front National depurato dal populismo e pronto a governare.

LE SPINE DI HOLLANDE
Il prossimo 26 dicembre verranno resi noti i dati di novembre sul trend occupazione francese: potrebbe essere quello il giorno in cui la popolarità di monsieur le president registrerà un crollo (definitivo?) o solo un’altra piccola scossa. Ma nel mese di ottobre ci sono già stati 20.000 in meno nella categoria A (vale a dire senza alcuna attività). Il governo è convinto che quello del lavoro sia l’obiettivo chiave per poter definire non fallimentare l’esperienza del socialista Hollande. Un ottimismo che, se da un lato potrà essere corroborato da numeri non completamente negativi (prevista una mini ripresa) dall’altro non intacca il giudizio tranchant che i francesi, a più riprese, hanno espresso negli ultimi mesi sul Presidente e soprattutto sullo stato di salute del Paese. Non si dimentichi che il particolare esperimento andato in scena nelle patisserie francesi di mettere in vendita a metà prezzo la baguette del giorno prima è perfettamente riuscito: con il tutto esaurito in poche ore.

CRESCITA
Non poche sono però le analisi che non avallano l’ottimismo dei ministri socialisti. Secondo l’ultimo report diffuso il 19 dicembre scorso dall‘Istituto Nazionale di Statistica francese Insee, la crescita sembra debole nei mesi a venire per fare defluire davvero la disoccupazione. Non dovrebbe superare lo 0,2% nel 2013 e limitare anche questa percentuale al primo e secondo trimestre 2014. Il tasso di disoccupazione dovrebbe pertanto stabilizzarsi nel quarto trimestre 2013 e primo trimestre del 2014 al 10,5%, prima di iniziare leggermente a raggiungere il 10,6% nella metà del 2014. La disoccupazione complessiva resta comunque a livelli record con i numeri di ottobre a rappresentare una minaccia concreta per governo e lavoratori.

TORMENTONE SARKO’
Dall’altro versante dell’agone politico, però, l’UMP non riesce ad approfittare delle difficoltà dei socialisti, ma si attorciglia su diatribe intestine e dualismi ancora non risolti (Copé-Fillon). Ma è il leader di ieri che tiene banco sui media. Non passa giorno in cui Le Monde, Le Figaro e Liberation, non approfondiscano le questioni legate all’ex presidente Nicolas Sarkozy, tentato da un ritorno in pista per ri-conquistare l’Eliseo. Sui quotidiani campeggiano i retroscena di ex collaboratori o ex sodali richiamati all’attività politica sempre nell’ottica di un nuovo impegno. Certo, il 2017 è lontano ma pare che Sarkozy dirà ufficialmente la prima parola sulle sue reali intenzioni a urne europee chiuse, quindi non prima del maggio prossimo, assieme alle possibili sorprese del nuovo esperimento centrista. Il resto è essenzialmente una strategia di comunicazione ben oliata che passa per la variabile principale che sta turbando il sonno all’UMP: Marine Le Pen. Capace in pochi mesi di accreditarsi non più solo come forza oppositrice e populista, ma entrando nel merito dei singoli dossier (euro, lavoro, welfare, politica industriale ed energetica, difesa) anche per via di una eccessiva vaghezza delle ricette dell’UMP.

CARISMA
Altro elemento che dovrà essere tenuto in debita considerazione nelle future strategie politiche dell’Ump, è quella consapevolezza che ormai si è definitivamente fatta strada tra tutti i dirigenti. Il Paese che è stato guidato e rappresentato in passato da una figura del calibro e dello spessore del generale De Gaulle, oggi non si riconosce né in François Fillon, né Jean-Francois Cope, né in Alain Juppé. Nessuno dei tre appare al momento in grado di sostituire quella che Le Monde ha definito come la “figura tutelare del signor Sarkozy”. Anche i sondaggi premierebbero in prospettiva il ritorno di Sarkò come candidato preferito per il 2017. Ma sul “marchio Sarkozy” all’orizzonte si staglia l’ombra del “marchio Marine“. Sarà la leader del Front National, più che il candidato socialista, ad insidiare Nicolas?

twitter@FDepalo

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