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L’Unità di Gramsci inquieta il partito editoriale Espresso-Repubblica

Parafrasando Karl Marx, si puo’ dire che in questo finale del 2013, “uno spettro si aggira per l’Italia, e perche’ no? anche per l’Europa: lo spettro non e’ piu’ il comunsimo, ma e’ il quotidiano fondato novant’anni fa da Antonio Gramsci, l’Unita’”. Meglio ancora, la nuova Unita’. Ma perche’ ‘spettro’? E’ quanto sta accadendo da agosto scorso quando, con una mossa, tanto coraggiosa e determinata quanto inaspettata e sorprendente, Matteo Fago, brillante imprenditore della Rete, e’ diventato socio di riferimento con quasi il 50% della Nie, Nuova Inziativa Editrice, che edita l’Unita’. Fago dopo essersi accollato la ricapitalizzazione che ha evitato di fatto il fallimento, ha legittimamente, essendo nelle sue prerogative, imposto il cambio di direzione: dall’opaco e remissivo Claudio Sardo, restato comunque in carico al quotidiano, il piu’ dinamico e vivace Luca Lando’. Se ieri il comico

Beppe Grillo sull'Etna, comizio a 2000 metri

Beppe Grillo, urlante fagocitatore delle piazze, come un tempo il Duce, e glorificato dal guru di Goldman Sachs, Jim O’Neill all’indomani delle politiche di febbraio, quale: “segnale dell’inizio di qualcosa di nuovo”, imprecava violentemente: “l’Unita’ e’ come un calabrone, non si sa come faccia a volare, ma non fallisce mai, come qualunque societa’ non assistita avrebbe fatto da tempo”, una settimana fa, l’Oscar della fatuita’ Farinetti, o Farinacci?, annunciava – senza averne titolo alcuno, salvo la sua folgorazione per Matteo Renzi – il cambiamento del quotidiano in settimanale o mensile perche’, a suo dire, l’Unita’ vende meno copie della Gazzetta di Alba! Al tiro incrociato di Grillo e di Farinetti – novant’anni fa i loro sosia, il Duce e Farinacci, facevano chiudere i giornali di sinistra – partecipa certa stampa della sinistra chic, quella in ‘double face’. Capofila dei colpi bassi di immaginazione totale, ben oltre la realta’, ‘Il Fatto quotidiano’ del tandem

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Padellaro-Travaglio, gia’ sperimentato e malamente all’Unita’. A fine settembre un titolone: “Veltroni il nuovo direttore”, subito smentito da Fago. Poi a fine novembre la replica del falso: “Imu: Via. Cancellata. Non e’ un ricatto del centro-destra in cerca di voti: e’ una cosa condivisa. Il Pd si e’ convinto della sua sparizione dopo un’analisi collettiva a casa di Massimo Fagioli”. Altra smentita direttamente dall’interessato, lo psichiatra Massimo Fagioli. In mezzo il 23 ottobre, un’intervista allo stesso psichiatra infarcita di espressioni ataviche e false come ‘guru’ e ‘fagioligy’, tanto per accostare l’Analisi Collettiva, fatto storico di ormai 40 anni, alla anacronistica setta religiosa Scientology! E’ di oggi poi la ‘sparata’ maligna: “non e’ il sol dell’avvenire quello che splende oggi sul quotidiano ex comunista l’Unita’ ma uno spicchio del Sole 24 Ore”, quotidiano della Confidustria, e “piu’ precisamente e’ il sole di Alfonso Dell’Erario”, responsabile della comunicazione del quotidiano economico e direttore generale della System24, che dal 15 novembre, e’ azionista con poco meno del 14% della Nie. Un giornalista fattosi nel tempo imprenditore lui stesso! Come se la storia di Padellaro e di Travaglio fosse piu’ limpida e trasparente: accasato da anni al ‘partito editoriale’ Espresso-Repubblica, il primo; al Borghese e al Giornale di Silvio Berlusconi, il secondo prima di essere sdoganato ‘a sinistra’ dal filosofo sessantottino Paolo Flores d’Arcais, direttore di Micromega, sempre del ‘partito editoriale’ Espresso-Repubblica. A tirare colpi, ma in modo piu’ sofisticato e meno appariscente anche ‘la Repubblica’ con il suo vate Eugenio Scalfari. Una gara dello stesso ‘partito editoriale’ ramificato in testate diverse a denigrare ed insultare o peggio ad oscurare. Perche’ tutto questo allarmismo? Cos’e’ che inquieta e disturba? Parafrasando sempre Marx si puo’ aggiungere e dire: “tutte le testate del vecchio e moderno establishment mediatico-culturale-politico si sono coalizzate in una sacra caccia alle streghe contro questo spettro: il Papa e lo zar, ossia Renzi e Grillo, i vari Metternich: da Farinetti a Della Valle, da De Benedetti a Casaleggio, ai Guizot nostrani, il vate Scalfari, il tandem Padellaro-Travaglio ed il sessantottino Flores d’Arcais”. Per il resto e’ “ormai tempo che i progressiti o i riformatori – per usare un termine caro a Riccardo Lombardi – visto che il comunismo e’ morto sotto le macerie del Muro di Berlino – espongano apertamente in faccia a tutto il mondo

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il loro modo di vivere la vita ed i rapporti interumani, di [far] vedere i loro fini, le loro tendenze, e che contrappongano alla favola dello spettro”, per stare nella scia di Marx, con coraggio e senza titubanze, come fecero i partigiani, “il sol dell’avvenire”, vale a dire un cambiamento dell’Unita’ che e’ gia’ nelle cose che sara’ ancora piu’ evidente e manifesto nel 2014, l’anno di alcune ricorrenze indelebili per cultura e sottaciute per la paura che incute la conoscenza generata dalla cultura: il 90esimo della fondazione dell’Unita’ di Antonio Gramsci, il 30esimo della cremazione senza riti religiosi di Riccardo Lombardi, il centenario della nascita di un riformista solitario, Federico Caffe’.

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