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Invalsi, istruzioni per il nuovo presidente

Il 7 gennaio, entro le 23,59, scadrà il termine per la presentazione delle candidature alla presidenza Invalsi, l’organismo che si occupa della valutazione delle scuole italiane. Le indiscrezioni su colui che potrebbe occupare la poltrona dell’Istituto sono ancora poche, anche se sul Corriere della Sera è iniziato già il toto nome. Il clima però è teso da tempo, fin dalla nomina da parte del ministro Maria Chiara Carrozza di un comitato incaricato di selezionare la rosa dalla quale emergerà il futuro presidente.

Le critiche sulla composizione del comitato, a detta di alcuni troppo schierato contro la linea dell’Istituto, hanno messo inoltre in secondo piano l’importanza del ruolo svolto dallo stesso ente a favore dell’istruzione nel nostro Paese.

Formiche.net ha parlato del difficile cammino dell’Invalsi e delle previsioni per il sistema di valutazione in vista della prossima elezione con Gianni Bocchieri, direttore generale Invalsi dal febbraio 2012 al maggio 2013 e capo segreteria tecnica del ministero Gelmini, attualmente direttore generale dell’assessorato istruzione, formazione e lavoro della Regione Lombardia.

Come hanno operato i presidenti che si sono avvicendati nella storia dell’Invalsi?
Entrambi i presidenti provenienti dalla Banca d’Italia, Piero Cipollone e Paolo Sestito, hanno innanzitutto saputo interpretare con spirito di terzietà il loro ruolo di Presidente dell’Invalsi. Con loro è cresciuta la cultura della valutazione nel nostro Paese ed è cresciuto il prestigio dell’Istituto, favorendone maggiore accettazione da parte del mondo della scuola.
Infatti, Cipollone e Sestito hanno saputo declinare le scarse e farraginose regole sulla valutazione del sistema di istruzione e formazione italiano in un sistema moderno, in linea con gli standard europei ed internazionali.
Sotto la loro presidenza le rilevazioni Invalsi hanno contribuito poi al miglioramento delle policy dell’istruzione, anche attraverso lo studio dei risultati delle prove conseguenti all’adozione delle politiche stesse.

Quali sono stati i meriti di Cipollone?
A Cipollone va il merito del passaggio dal metodo campionario al metodo censuario ovvero del passaggio dall’analisi di alcune scuole campione alla totalità delle scuole. A lui va riconosciuta la grande opera di restituzione dei dati alle scuole, a partire dal 2009 e l’approfondimento dei risultati tenendo conto del background familiare e degli atteggiamenti degli studenti.

E quelli di Sestito?
Con la presidenza di Paolo Sestito sono migliorate le tempistiche della messa a disposizione dei dati, forniti già all’inizio di settembre, e la presentazione già a luglio dei rapporti nazionali sulle rilevazioni in contemporanea con quelli dei consorzi internazionali (Ocse e Iea). Inoltre, con Paolo Sestito vi è stata un’ampia apertura dell’Istituto verso il mondo della scuola e della ricerca per la costruzione delle prove, una forte connessione tra le ricerche nazionali e internazionali ed una particolare attenzione allo studio degli effetti delle politiche rispetto ai risultati della valutazione.

Ad entrambi si deve la progettazione e il lancio di Vales che contiene, per la prima volta, un’ipotesi innovativa di autovalutazione e valutazione esterna per le scuole e per i Dirigenti, legata ad un piano di miglioramento delle Istituzioni Scolastiche.

Quali difficoltà hanno incontrato nel loro cammino?
I risultati raggiunti da Cipollone e Sestito sono tanto più apprezzabili, quanto più si consideri che sono stati raggiunti con un Istituto in serie difficoltà economiche e soprattutto organizzative. Cipollone è stato il primo ad iniziare il consolidamento del personale, bandendo i primi concorsi. Sestito ha potuto contare solo parzialmente sul piano straordinario di reclutamento previsto dal Ministro Gelmini nel 2011, che è stato interrotto prima del suo completamento dal blocco delle assunzioni del Governo Monti, senza che il Ministro Profumo riuscisse a confermarne la straordinarietà nemmeno nel limite delle risorse già individuate dal suo predecessore e senza che il Ministro Carrozza pensasse di prorogarlo con il suo ultimo decreto omnibus.

Qual è il profilo ideale secondo lei del presidente dell’Invalsi?
Il mio prossimo presidente ideale deve agire in continuità con le due precedenti presidenze di Cipollone e Sestito. Deve essere convinto della necessità della valutazione dell’intero sistema di educazione e formazione italiano, senza se e senza ma. Non deve avere nessun dubbio circa la necessità di mantenere le due caratteristiche principali dell’attuale sistema nazionale di valutazione. Vale a dire: la necessità di somministrare prove standardizzate e confrontabili e la necessità di una somministrazione censuaria e non campionaria. Deve mantenere la partecipazione italiana alle indagini internazionali Ocse-Pisa (competenze dei quindicenni), IEA-TIMSS (risultati in Matematica e Scienze degli studenti delle classi IV primaria e III secondaria di primo grado), IEA-PIRLS (competenza nella lettura degli studenti della classe IV primaria).
Deve lavorare per estendere le prove Invalsi al sistema della formazione professionale di competenza regionale e agli esami di stato della secondaria superiore. Infine, deve impegnarsi a rendere pubblici i risultati delle prove di tutte le scuole d’Italia, in chiaro, in modo che ogni famiglia e giovane possa conoscere preventivamente gli esiti della valutazione degli apprendimenti dell’istituto scolastico o del centro di formazione professionale che sta scegliendo.

Cosa teme possa perdere il sistema della valutazione qualora si verificassero scelte sbagliate?
La diffusione della cultura di valutazione in italia è solo all’inizio. Ogni modifica del Sistema Nazionale di Valutazione costruito da Cipollone e Sestito brucerebbe anni di lavoro in pochi minuti. In particolare, non si può e non si deve rinunciare alla somministrazione di prove standardizzate a tutte le scuole contemporaneamente (rilevazione censuaria contrapposta a quella campionaria). Solo così si può disporre di dati confrontabili e così fanno i più avanzati sistemi internazionali di valutazione.

Come valuta le critiche al lavoro svolto dall’Istituto?
Coloro che contestano sia le prove standardizzate, sia le prove censuarie appartengono a quel pedagogismo italico, che ha storicamente creato i più gravi disastri alla scuola italiana e che rimetterebbe volentieri le mani sull’Invalsi per sottrarlo al campo delle discipline economiche ed econometriche di Cipollone e Sestito.
Oltreché sulla scuola e sugli insegnanti, scelte sbagliate ricadrebbero sui giovani e sulle famiglie italiane perché si impedirebbe loro di disporre di un valido sistema nazionale di valutazione come hanno tutti i più avanzati Paesi del mondo.

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