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La troppo gaia idea di Renzi sulle unioni civili

Un’accelerazione sulle unioni civili che rischia di far rimanere col cerino in mano da un lato il Pd e dall’altro gli alleati delle larghe intese di Ncd. L’idea gaia di Matteo Renzi sulla legge per le unioni civili è il pezzo forte della e-news renziana, tradizionale megafono internettiano di idee e proposte. Su cui però Angelino Alfano, al pari della Bossi-Fini per l’immigrazione, ha già fatto sapere di non aver intenzione di convergere, definendole una non priorità per un governo impegnato a combattere la disoccupazione e la recessione. A ciò si aggiunga che proprio tra gli alfaniani militano ultradifensori della famiglia come gli ex ministri Maurizio Sacconi e Eugenia Roccella: un’altra dimostrazione di come su quel versante trovare un’intesa non sarà semplice.

PROGETTO MARCUCCI
Lo scorso 13 dicembre è stato presentato in Senato il disegno di legge firmato da Pd e Scelta Civica (primi firmatari l’iper renziano Andrea Marcucci, Linda Lanzillotta, Laura Cantini, Isabella De Monte, Rosa Maria Di Giorgi) sulle unioni civili e coppie conviventi. Il testo prevede di istituire il registro delle Unioni Civili, solo per le coppie gay, con all’interno l’equiparazione di tutti i diritti economici. Ovvero anche la possibilità di reversibilità delle pensioni e l’introduzione del modello inglese della stepchild adoption. Si tratta dell’adozione dei figli naturali e adottivi del partner. L’obiettivo secondo i firmatari è quello di istituire il registro delle coppie conviventi basato sulla condivisione dei soli diritti di civiltà, come l‘assistenza sanitaria e penitenziaria, e la successione dei contratti di locazione. “La nostra proposta – osservarono i senatori in questione – ha l’obiettivo di colmare il gap che ci divide dall’Europa riconosce diritti fondamentali per le coppie gay e lascia inalterata la libertà delle persone, che pur in presenza di un rapporto affettivo, non vogliono dividere situazioni patrimoniali, acquisendo invece diritti civili essenziali”.

L’OPINIONE DI CAZZOLA
Secondo Giuliano Cazzola, esperto di previdenza vicino al Nuovo Centro destra, “anziché riconoscere il diritto a pensione nell’ambito delle unioni civili, almeno per le casse degli enti previdenziali sarebbe meglio ammettere il matrimonio tra persone dello stesso sesso”. Le unioni civili darebbero luogo, sul versante pensionistico, a troppi abusi, soprattutto in certe aree del Paese, osserva. “Se bastasse formalizzare nei modi previsti una convivenza tra due persone per aver diritto alla reversibilità in caso di morte di una delle due, è facile immaginare che le unioni civili diventerebbero un affare, a prescindere dalla natura effettiva dei rapporti. E ci troveremmo nella situazione paradossale per cui la pensione di reversibilità viene penalizzata in caso di matrimoni tra persone con forti differenze di età al fine di scoraggiare le unioni di comodo magari con persone immigrate, mentre non lo sarebbe se due amici o due amiche convivessero nello stesso appartamento simulando un’unione civile”.

LA VERSIONE DI MARCUCCI
Ma Marcucci insiste e dalle colonne de La Stampa mette l’accento sul fatto che il ddl fissa, inoltre, “una serie di diritti minimi di civiltà per le coppie eterosessuali di fatto, escluse dall’ambito delle unioni civili come l’assistenza medica, la facoltà di visitare il convivente in carcere e il subentro nel contratto di locazione. Inoltre la stepchild adoption, ovvero l’adozione dei figli naturali e adottivi del partner è un istituto che, “fermo restando il no alle adozioni da parte delle coppie gay, rappresenta l’unica eccezione prevista”.

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