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Chi sono e cosa vogliono i terroristi ceceni che preoccupano Putin

Volgograd è insanguinata dal terrorismo suicida ceceno, di cui poco possiamo comprendere senza fare riferimento al suo creatore, Shamil Basaev.
Quando l’Unione Sovietica si dissolse, la Cecenia intraprese la lotta per l’indipendenza. Eltsin era disposto a concedere l’autonomia finanziaria e amministrativa, ma i ribelli ceceni volevano uno Stato sovrano. Fallito il dialogo, scoppiò la prima guerra russo-cecena che durò dal 1994 al 1996.

LA FIGURA DI BASAEV
È in questi due anni che si affermò la figura di Basaev, il quale abbracciò il terrorismo dopo che un aereo russo aveva sganciato una bomba sulla casa della sua famiglia, sterminandola (3 giugno 1995). Pochi giorni dopo, Basaev realizzò una grande operazione terroristica che lo avrebbe fatto conoscere al mondo intero: il sequestro dell’ospedale Budyonnovsk, in cui si trovavano 1600 civili (14 giugno 1995). Eltsin ordinò l’assalto per due volte, ma la resistenza di Basaev fu tenacissima e i morti tra i civili crescevano a ogni scontro. In cambio della fine del sequestro, Basaev ottenne l’interruzione dei bombardamenti contro i ribelli ceceni, che erano in grandi difficoltà. Vinse e divenne un eroe nazionale per la sua gente.

GLI ACCORDI DI KHASAVYURT
La prima guerra russo-cecena riprese, ma poi ebbe fine con gli accordi di Khasavyurt e il conseguente trattato di Mosca, firmato il 12 maggio 1997. Basaev aveva mostrato ai suoi guerriglieri il potere del terrorismo. Fu infatti il massacro dei tanti civili presenti nell’ospedale di Budyonnovsk a segnare la svolta della guerra in favore dei ribelli ceceni.

I CONTATTI CON AL QAEDA
Oltre a introdurre il terrorismo come tecnica di combattimento, Basaev abbracciò e diffuse l’islamismo radicale, i cui principi fondamentali condensò nel Libro di un Mujahiddeen, scritto di suo pugno dopo la prima guerra cecena. Una volta messi insieme il terrore e il Corano, il suo impeto divenne inarrestabile. Fondò la Brigata Islamica Internazionale (1998), stabilì contatti con al Qaeda, invase il Dagestan (agosto 1999), travolse gli accordi di Mosca e provocò l’inizio della seconda guerra russo-cecena. Nel 2000, scrisse un’altra pagina fondamentale della storia del terrorismo costituendo un commando di donne specializzate nei suicidi esplosivi, le “vedove nere” (Shahidka) così denominate perché ritenute vedove di guerriglieri ceceni uccisi dai russi. È stata probabilmente una vedova nera a farsi saltare in aria nella stazione dei treni di Volgograd il 29 dicembre 2013, provocando 18 morti.

LE AZIONI TERRORISTICHE
Confidando nel potere del terrorismo, Basaev organizzò due grandi operazioni terroristiche per ottenere la resa dell’esercito russo in Cecenia. La prima di queste fu il sequestro del teatro di Mosca nell’ottobre 2002, riconquistato dai soldati di Putin che preferì sacrificare la vita di 130 civili pur di uccidere tutti i guerriglieri. La seconda operazione rimane nella storia del terrorismo per l’orrore che provocò: il massacro di 186 bambini. Accadde nel settembre 2004, quando gli uomini di Basaev fecero irruzione nella scuola di Beslan dove si trovavano 1100 persone nel giorno dell’inaugurazione dell’anno scolastico. I soldati russi fallirono l’assalto più volte e, a ogni tentativo, cresceva il numero dei bambini uccisi negli scontri. La scuola fu riconquistata, ma i morti furono in totale 334.
Contro Putin, la strategia terroristica di Basaev aveva fallito per ben due volte.

IL TESTIMONE A UMAROV
La morte di Basaev giungerà nel 2006, in circostanze mai chiarite. La sua eredità è stata raccolta da Dokka Umarov, l’uomo che si trova dietro i recenti attentati di Volgograd, soprannominato il “Bin Laden di Russia”. Umarov ha scritto con il sangue alcune pagine recenti della storia del terrorismo. Ha rivendicato, tra le altre, la strage alla metropolitana di Mosca, avvenuta il 29 marzo 2010 a opera di due donne suicide (40 morti), e la strage all’aereoporto di Mosca “Domododevo”, avvenuta il 24 gennaio 2011 (37 morti).

LA TEOCRAZIA ISLAMICA
Umarov, non diversamente da Basaev, non mira alla semplice indipendenza della Cecenia dal governo russo. Vuole instaurare una teocrazia islamica nel nord del Caucaso per sottomettere il suo popolo alla Sharia.
Il terrorismo di Volgograd è ciò che nei miei studi ho chiamato “terrorismo di vocazione”. È, tra i tipi di terrorismo, il più devastante.
Basaev e Umarov rappresentano un tipo antropologico che concepisce la militanza politica come una missione spirituale. Non ricercano l’utile personale, la ricchezza o la vita agiata. Sono aggrappati a un sogno: creare una comunità politica in cui ogni uomo abbia un solo modo di pregare, di vestire e di pensare. I legami tra Basaev e Umarov con al Qaeda sono dunque culturali prima ancora che politici e militari. Sono entrambi portatori di due guerre in una. La prima è rivolta alla liberazione del suolo patrio; la seconda mira all’instaurazione della teocrazia islamica.

LA VOCAZIONE AL MARTIRIO
La loro educazione politica si basa sulla vocazione al martirio affinché i giovani ceceni imparino ad amare i precetti religiosi più della vita umana; affinché imparino a scarificare se stessi per l’edificazione di una società islamica incontaminata, abitata soltanto dai puri di spirito. Ma la storia del terrorismo di vocazione dimostra che la purezza spirituale non è mai una conquista definitiva, bensì una meta da raggiungere tutti i giorni attraverso la sottomissione assoluta alla legge sacra. Per i terroristi di vocazione, il Male è sempre in agguato. Questa è la ragione per cui la società teorizzata da Basaev è fondata sul terrore permanente: perché afferma la necessità di una guida spirituale dotata di poteri assoluti che intervenga per macellare tutte le pecore rognose che si allontano dal gregge sacro. È scritto nel suo libro che il vero Mujahiddeen è un uomo sempre pronto a sguainare la spada contro gli infedeli. È un uomo ossessionato dall’idea della purezza spirituale. Una purezza che il Mujahiddeen vuole imporre a tutti gli uomini.
Perché questo è ciò che Dio comanda: il sangue per purificare.

Alessandro Orsini

Direttore del Centro per lo Studio del Terrorismo dell’Università di Roma “Tor Vergata”.

www.alessandroorsini.com

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