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Perché Renzi sbaglia sulla legge elettorale. Parla Pasquino

Un “pessimo segnale” il fatto che Matteo Renzi, nella foga di fare tre proposte così diverse e sindacabili si sia dimenticato del presidenzialismo, osserva Gianfranco Pasquino tra i politologi più noti nel Paese che, dopo aver insegnato all’università di Bologna, ora è professore di European studies alla Johns Hopkins University.

Spagnolo, Mattarellum, sindaco d’Italia: quali sono i pregi e i difetti dei tre modelli elettorali in discussione?
Quella del sindaco d’Italia è una proposta semplicemente sbagliata e in più implica una riforma costituzionale, dal momento che prevederebbe l’elezione diretta del Presidente del Consiglio quindi non si può fare. E non ha funzionato nelle tre volte in cui è stata adottata in Israele. Il Mattarellum è un sistema maggioritario, se per di più vi si aggiunge un premio di maggioranza ecco che si snatura il tutto mentre l’idea originaria era di non “schiacciare” le opposizioni.

Con un meccanismo maggioritario invece cosa accadrebbe?
Quel sistema, con il premio di maggioranza, produce un’opposizione automaticamente. Lo spagnolo francamente non l’ho compreso e mi pare un pasticcio.

Un proporzionale con sbarramento al 5%, liste corte e premio del 15%: cosa non condivide?
Nessuno di questi sistemi è escluso in partenza, ma c’è il solito problema relativo al premio di maggioranza. Sul punto la Corte Costituzionale si è espressa, non sappiamo ancora in che termini, ma in circoscrizioni piccole quel premio non si capisce a chi andrebbe. Il sistema spagnolo nella versione italianizzata non è chiaro. E poi non sarebbe più uno spagnolo. Aggiungo che a Madrid eleggono 353 deputati, mentre noi fino a propria contraria 630. Il tutto presuppone che si sia già fatta la riforma contro il bicameralismo perfetto, eleggendo un’unica Camera. Anche questo è un passaggio che Matteo Renzi dovrebbe risolvere.

Quale forza politica potrebbe avvantaggiarsi dalle tre proposte di riforma?
Non è chiaro a chi converrebbe. Naturalmente i partiti più grandi hanno sempre qualche vantaggio in caso di premio di maggioranza. Ma non sappiamo più chi saranno i partiti grandi. Renzi scommette che lo sia il Pd, ma non è affatto detto che Grillo sia in declino. Come non è certo che una parte consistente dell’elettorato italiano non continui a ritenere che Berlusconi sia comunque il candidato che li protegge.

Il fatto che Renzi stia trattando con Berlusconi sul modello spagnolo indebolisce il governo Letta?
L’esecutivo non è debole o forte se qualche altro interprete politico parla con qualcun altro, bensì per le cose che riesce a fare. Certamente il sindaco di Firenze non lo sta fortificando. Il suo dialogo con il Cavaliere ha come effetto l’indebolimento automatico di Angelino Alfano, creando problemi a una parte della maggioranza di governo.

Con quale coda politica?
La conseguenza latente è che Renzi riconosce Berlusconi come leader di oggi e di domani. Credo che anche di questo si potesse fare a meno.

Ma Renzi si è “dimenticato” del presidenzialismo?
E’ un pessimo segno, perché significa che non riconosce neanche la storia del proprio partito, che bene o male ha approvato un sistema a doppio turno di tipo francese. Credo che quella dovesse essere la base di partenza di qualsiasi offerta agli altri competitor. Prendo atto che fa piazza pulita del passato e credo abbia fatto molto male.

Lo scorso anno in molti avevano promesso che la riforma elettorale si sarebbe fatta in quindi giorni: perché dovrebbero riuscirsi questa volta?
Queste sono tutte operazioni cosmetiche: in nessun modo si approva una legge elettorale, per di più facendo tre proposte invece di una, e anche negoziabili. Mi pare non si possa proprio andare avanti rapidamente. Ricordo che accanto a queste modifiche ci sarebbe da risolvere il nodo del Senato, oltre al fatto che cambierebbe la forma di governo. Quattro mesi non basteranno.

twitter@FDepalo

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