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Chi è Manlio Cerroni, l’imperatore dei rifiuti arrestato a Roma

Sette persone sono state arrestate nell’ambito dell’inchiesta sulla gestione dei rifiuti del Lazio. Tra queste anche il proprietario dell’area della discarica di Malagrotta, Manlio Cerroni (nella foto). Le accuse sono di associazione a delinquere finalizzata al traffico di rifiuti.

LA FIGURA DELL’IMPRENDITORE
Alla figura dell’imprenditore, che Il Fatto Quotidiano definisce “l’ottavo re” di Roma, è dedicato lo spazio maggiore su tutti i giornali che parlano della vicenda.
Ne ha fatta di strada Cerroniscrive il giornale diretto da Antonio Padellaro (carta) e Peter Gomez (online) –, una vita in sella dai tempi della sindacatura nel piccolo paese di Pisoniano, in provincia di Roma, anni Cinquanta, quando si faceva immortalare vicino a Giulio Andreotti fino all’ascesa da imprenditore. Cerroni ha costruito un impero controllando la mega discarica di Malagrotta che per 30 anni ha ingoiato i rifiuti di Roma, di Fiumicino e della città del Vaticano. Società in tutta Italia e anche all’estero, un patrimonio sconfinato e impianti costruiti in mezzo mondo. Ora l’epilogo dei domiciliari“.

BUSINESS MILIONARIO
Cerroni – racconta un ritratto di Repubblica – “ha 85 anni, lo chiamano di solito “l’avvocato” e basta, ed è il proprietario dell’area della discarica di Malagrotta, la più grande d’ Europa, 230 ettari estesi tra l’Aurelia e Fiumicino, governandone anche tutti i complicati impianti, in parte inventati da lui, per il pre-trattamento dei rifiuti e la produzione di biogas. Per ora con quel neo-metano fa muovere tutti i mezzi che circolano all’interno della sua “città dei rifiuti”, ma sogna di illuminarci buona parte della città. Animano i luoghi, 4.500 tonnellate al giorno di rifiuti solidi urbani più altre 500 tonnellate al giorno di fanghi dei depuratori. Presenze da film horror, ma con un volume di affari con cifre spaziali: un incasso annuale di 44 milioni di euro, per ogni chilo versato il Comune versa alla società di Cerroni 0,044 euro“.

L’INCHIESTA
A firmare il provvedimento – spiega il quotidiano diretto da Ezio Mauro  – “è stato il gip su richiesta della procura di Roma che ipotizza il reato di truffa“.
Gli altri arrestati “sono l’ex presidente della Regione Lazio Bruno Landi, Luca Fegatelli, fino al 2010 a capo della Direzione regionale Energia, il manager Francesco Rando, l’imprenditore Piero Giovi, inoltre Raniero De Filippis e Pino Sicignano“.
Le indagini – aggiunge Il Corriere della Sera – sono state condotte dai militari del Noe (Nucleo operativo ecologico) diretti dal colonnello Sergio De Caprio, anche noto come «Ultimo» (che nel 1993 catturò Totò Riina), e coordinati dal capitano Pietro Rajola Pescarini.

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