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Tutte le grane di Renzi alla prima direzione Pd

Matteo Renzi in questi giorni si sta giocando tutto. Ed è lui stesso il primo ad ammetterlo. Di grane sul tavolo della prima direzione Pd da segretario ce ne sono tante. Innanzitutto il testo di una nuova legge elettorale atteso a Montecitorio per il 27 gennaio, giorno in cui inizierà il suo percorso in Parlamento, che ancora non c’è.

BERLUSCONI DIVIDE

Il nuovo segretario è impegnato in un tour de force di incontri per chiudere quanto prima. Ed è proprio l’interlocutore di uno dei prossimi vis a vis ad aver scatenato la polemica interna nel suo partito: Silvio Berlusconi. Alla sinistra del Pd non va giù che il leader di Largo del Nazareno veda “un pregiudicato” nella sede del partito. Ed è probabile che il concetto venga ribadito questo pomeriggio, alle 16, in diretta streaming. Anche se Renzi ha intenzione di tirare dritto, convinto com’è che “le regole si facciano con tutti”.

IL RAPPORTO CON IL GOVERNO

Un tema che investe necessariamente i suoi rapporti con la maggioranza di governo. Ieri l’incontro con il vicepremier Angelino Alfano è stato una sorta di match tennistico con rimpallo di reciproche minacce: “Se si va sul sistema spagnolo salta tutto”, avverte il leader del Nuovo Centrodestra. “Se salta tutto, si va al voto con il testo scritto dalla Consulta”, risponde il sindaco di Firenze.

E in effetti sono in molti a vedere di buon occhio il ritorno alle urne con il proporzionale che esce dalla sentenza, M5S in primis. Ma se una delle prime scommesse renziane dovesse portare a un nulla di fatto, sarebbe inequivocabilmente una sconfitta per le istanze di rinnovamento che il sindaco vuole rappresentare.

IL CASO FARAONE E NON SOLO

Come contorno, c’è la prima grana giudiziaria per un renziano, Davide Faraone, responsabile di Welfare e scuola nella segreteria Pd, indagato per peculato in Sicilia, che per ora resta dov’è. Una vicenda che stride con la “questione morale” su cui batte il suo leader per il caso De Girolamo, e prima ancora per il caso Cancellieri.

Il prezzo del successo, si direbbe. E infatti un editoriale del Foglio fa notar come il circo mediatico-sospettoso abbia iniziato ad occuparsi del nuovo arrivato con un’inchiesta del Sole 24 Ore su Marco Carrai, “uomo-ombra del renzismo”: “Bastano un paio di elenchi di attività lecite e una serie di pennellate più scure che chiare, ed è bell’e cucita attorno a Carrai e, per suo tramite, a Renzi, la camicia di forza dei ‘potenziali conflitti d’interesse’, ridicola fattispecie giornalistica, l’anticamera che spalanca al maelstrom del circo mediatico-giudiziario”. Tempi duri per il rottamatore.

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