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Domenico Quirico, l’indizio del riscatto nell’intervista al Mundo

Oggi sul sito della rivista britannica Foreign Policy due giornalisti, Harald Doornbos e Jenan Moussa, sostengono che il governo italiano ha pagato un riscatto di quattro milioni di dollari in cambio della libertà dell’inviato della Stampa, Domenico Quirico, e dell’insegnante belga Pierre Piccinin. Un’ipotesi ripetuta più volte, anche in Italia, al momento della liberazione l’8 settembre del 2013.

IL MEDIATORE
Questa volta la tesi di Foreign Policy è sostenuta da un informatore: Motaz Shaklab, membro del Consiglio nazionale siriano, l’organo di rappresentanza dell’opposizione al regime di Bashar al-Assad. Sarebbe stato lui a fare personalmente da mediatore con i sequestratori.

NESSUNA REAZIONE
Quirico e Piccinin sono stati ostaggi in Siria dal 9 aprile 2013 per 152 giorni. Sul pagamento per il rilascio, fino a ora, non c’è stata nessuna conferma (e nessuna smentita) da parte del governo italiano né dei giornalisti coinvolti. Il tema resta delicato perché il riscatto rafforzerebbe i gruppi violenti e potrebbe stimolare altri sequestri.

L’INTERVISTA AL MUNDO
Il 12 dicembre del 2013 la corrispondente da Roma del quotidiano spagnolo El Mundo, Irene Hernández Velasco, è riuscita ad intervistare Domenico Quirico. La conversazione è rivelatoria. Hernández Velasco fa riferimento al sequestro dei due colleghi, Javier Espinosa e Ricardo García Vilanova, che da tre mesi sono ostaggi in Siria. Alla domanda sul motivo del suo sequestro Quirico ha risposto: “In generale, e secondo la mia esperienza, vogliono soldi. Il sequestro è diventato uno dei mezzi – se non l’unico – di finanziamento dei gruppi islamici siriani”.

LINEA ANGLOSASSONE
“Si è pagato un riscatto per lei?”, ha chiesto Hernández Velasco. “Diciamola così: la dignità umana mi ha portato ad essere ostaggio e la stessa dignità umana portò alla mia liberazione. Più chiaro non posso essere… Quello che posso dire è che il mio paese non ha mai seguito la linea anglosassone di rifiutarsi di pagare riscatti”.

Il RUOLO DELL’ITALIA
Sul ruolo del governo italiano nel rilascio, Quirico ha detto che è stato “assolutamente straordinario. Nessun governo italiano negli ultimi 20 anni, di destra o di sinistra, ha abbandonato mai i suoi cittadini in difficoltà. Mai. Questo è un grande merito del mio paese. Sono stato liberato perché esiste questo principio nello Stato italiano”.

L’UNICO SIRIANO GIUSTO
Quirico e Piccinin raccontano nel libro Il paese del male i mesi del sequestro: “La mia, è vero, non è che una piccola storia umana nell’immensa tragedia di un popolo. Ma non racconto una parabola maligna, racconto storie di siriani, di musulmani malvagi, a centinaia, a migliaia. Il Male è questo: sono gli atti di uomini privi di misericordia. Se per centocinquantadue giorni, in un paese intero, percorso da sud a nord a est, ho trovato un solo Giusto, allora la Siria è davvero il Paese del Male”. Resta da chiedersi se sia Motaz Shaklab quell’unico siriano “giusto”?

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