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Boldrin, Bonino, Enrico e De Luca. Viaggio nella tormentata galassia liberale

Guy Verhofstadt, già primo ministro belga, ha ufficializzato la sua candidatura alla Presidenza della Commissione Europea come leader dell’ALDE e a Bruxelles è tutto un gran parlare di liste ed organizzazione in vista delle elezioni del Parlamento Europeo di fine maggio. L’Italia, in termini politici, è un osservato speciale dei liberaldemocratici europei che dopo l’estinzione dell’Italia dei Valori sono rimasti sostanzialmente sguarniti di rappresentanza nel Belpaese. Verhostad però conosce bene la politica italiana e ha provato ad infilare l’unica opzione politicamente perseguibile per l’ALDE: unire ciò che resta di Scelta Civica, i Radicali e il mondo dell’associazionismo liberale.

RADICALI LIBERI

In casa radicale, le preoccupazioni non mancano. Emma Bonino, che pur ha aiutato l’organizzazione di riunioni e meeting, ricopre il delicato ruolo di ministro degli Esteri e non è intenzionata a candidarsi alle Europee. Secondo indiscrezioni sull’umore del leader Marco Pannella, questo non gradirebbe cimentarsi nel ballo di gruppo con il litigioso mondo liberale e le continue indecisioni di Scelta Civica. Il 18 febbraio i radicali terranno un convegno a Bruxelles dal quale potrebbe uscire una posizione più chiara.

I LIBERALI VOGLIONO FARE

In ambito liberale non si affievolisce la schermaglia tra Michele Boldrin e Stefano de Luca. Il secondo – segretario dello storico Pli – non avrebbe gradito il decisionismo continuo di Boldrin che ad inizio anno si è presentato a un evento a Napoli sfoggiando, senza permesso di de Luca e senza relatori del partito liberale, l’antico logo del PLI. Sempre de Luca ha proposto per le Europee la federazione di tutti i movimenti liberali, ma nell’ultima direzione nazionale del partito avrebbe deciso di sostenere un ultimo e definitivo colloquio con Boldrin per capire se Fare sarà della partita o vorrà andarsene da solo. Comunque Il PLI, negli ultimi comunicati a firma di de Luca, continua a spingere verso una “maxi” federazione con tutte le forze nominate a due condizioni: che il logo del PLI compaia in campagna elettorale, e sia sulla scheda alle urne, e che Boldrin decida in breve tempo se voler stare o meno dentro l’alleanza. Qualora Fare uscisse, è probabile che si proceda comunque all’atto federativo.

INCOGNITA PASSERA

A questo duo, si aggiunge un terzo protagonista: Corrado Passera, che si sta appassionando a quello che Formiche.net ha chiamato un Sarchiapone per dare una scossa all’economia. L’ex banchiere, dopo una serie di eventi congiunti, ha annunciato di voler dar vita ad un proprio movimento politico considerando come alleati naturali il PLI e lo stesso Fare. Sarà interessante capire come si muoverà Passera nel caso di rottura tra de Luca e Boldrin. E’ possibile, per maggiore consistenza d’iscritti e frequenza di rapporti, che questi punti a costruire un percorso con il professore turbo liberista. Anche rispetto a questa situazione, l’ALDE resta alla porta predicando l’unità.

LA SCELTA CIVICA LIBERALE E LE ALI DI SILVIA ENRICO

Resta poi il nodo Scelta Civica, i cui deputati continuano a nicchiare rispetto alle Europee. L’unica certezza dei montiani rimasti, capeggiati da Stefania Giannini, sembra essere quella di appropriarsi della benedizione dei liberaldemocratici europei. Ranghi serrati e compatti per ALI, l’associazione coordinata da Silvia Enrico e promossa tra gli altri con gli auspici di Oscar Giannino e Alessandro De Nicola, che pur essendo sparita sul fronte degli eventi pubblici politici tiene a mantenere salda l’alleanza con Scelta Civica. E comunque, con una lettera-intervento nell’ambito di un dibattito avviato da un editoriale di Formiche.net, Silvia Enrico ha illustrato obiettivi e metodi dell’Alleanza liberal-democratica (Ali) da lei coordinata. In avvicinamento a questo mondo – secondo alcune indiscrezioni, c’è anche il Centro Democratico di Bruno Tabacci e alcuni parlamentari europei come Sonia Alfano e Domenico Rinaldi che vennero eletti nelle fila dell’IDV. 

LA MISSIONE DI VERHOFSTAD

Lo scenario è ancora molto nebuloso, ma è probabile che i buoni rapporti italiani ed il carisma di Verhofstad riesca a tenere tutti sotto l’abbraccio dell’ALDE, radicali compresi. Unica eccezioni potrebbero essere Passera e Boldrin, che potendo contare su una base ristretta, ma molto movimentista, potrebbero evitare qualsiasi tipo di contaminazione tanto con il moderatismo di Scelta Civica, quanto con antichi brand partitici.

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