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Perché Google passa il telefono a Lenovo

Dopo un attento esame di coscienza l’amministratore delegato di Google, Larry Page, ha deciso di liberarsi di Motorola Mobility, vendendola al colosso cinese Lenovo per 2,91 miliardi di dollari, una piccola frazione del prezzo di acquisizione. Troppe energie sottratte ad Android, è la versione ufficiale di Google.
Pare però che il ceo di Lenovo, Yang Yuanqing, avesse messo gli occhi su Motorola fin dall’inizio dell’acquisizione di Google, palesando le sue intenzioni di rilevare il business in un invito a cena con il ceo di Mountain View Eric Schmidt.

L’ACQUISIZIONE
Per Google Motorola è stata la più grande acquisizione di sempre, seguita a distanza di tempo e di valore da Nest Labs, la compagnia fondata dal disegnatore dell’iPod Tony Fadell che produce termostati e rilevatori di fumo intelligenti comprata da BigG due settimane fa per 3,2 miliardi.

Quando Google acquisì Motorola Mobility per 12,4 miliardi di dollari nel luglio 2011, la mossa fu vista come audace ma strategica in vista della battaglia sui brevetti tra i colossi dell’information technology, spinta dal patrimonio di proprietà intellettuale di Motorola.

Messosi subito al lavoro con gli ingegneri di Motorola, Google decise di realizzare uno smartphone in grado di sfidare i modelli dei due colossi del settore, Samsung e Apple. Nacque MotoX, uno smartphone quasi interamente Made in Usa parte di una strategia volta a ridurre il costo dei dispositivi e a sforbiciare gli alti margini di profitto di gruppi come Apple.

UNA STRANA CONCORRENZA
Ma sotto l’ala di Google Motorola Mobility non è mai riuscita a decollare, tanto che la divisione ha perso 645 milioni di dollari nei primi nove mesi del 2013.
L’acquisizione puzzava fin dall’inizio. Il rischio di porsi in diretta concorrenza con i produttori di smartphone che usavano il suo sistema operativo Android era evidente così come appare chiaro adesso che Google non avesse mai avuto la reale intenzione di lanciarsi nel mondo della produzione di telefoni cellulari.

QUANTO (E SE) HA PERSO GOOGLE
Nove miliardi di dollari in meno rispetto ai 12,5 pagati tra il 2011 e il 2012 potrebbero spaventare chiunque ma Benedict Evans, di Enders Analysis, ha provato a fare i conti in tasca a Google: tenendosi il portafogli brevettuale di Motorola valutato oltre 5 miliari di dollari che gli ha giocato un ruolo chiave nel raggiungimento dell’accordo con Samsung annunciato pochi giorni fa per l’utilizzo reciproco dei brevetti, e sottraendo a questa cifra ancora 2,3 miliardi guadagnati cedendo la tecnologia dei set-top-box ad Arris un anno fa, e i soldi ottenuti da Lenovo, la perdita per Google si abbatterebbe fino a circa 2,5 miliardi: un valore ingente, ma che potrebbe essere giustificato dalle perdite che Motorola continuava ad accumulare trimestre dopo trimestre.

IL FUTURO DI MOTOROLA
L’azienda cinese Lenovo da un anno è numero uno al mondo nei pc e il terzo produttore di smartphone dopo Samsung e Apple, grazie soprattutto al mercato cinese.
“Lenovo ha le capacità di rendere Motorola Mobility un player globale nell’ecosistema Android – ha affermato Larry Page -. Questa decisione consentirà a Google di devolvere la sua energia a una maggiore innovazione in Android”.

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