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Ecco perché l’ambientalista Europa rischia vent’anni di declino

L’alto costo dell’energia potrebbe costare all’Europa vent’anni di declino. A ipotizzarlo è l’Agenzia internazionale dell’energia (Iea), che – citata in un resoconto del britannico Financial Times – ritiene che nei prossimi due decenni il Vecchio Continente perderà un terzo della sua quota mondiale di mercato nelle esportazioni che necessitano di molta energia a vantaggio degli Stati Uniti.

IL RISPARMIO PER GLI USA
A fare la differenza sarà il costo delle materie prime, inferiore per Washington, alle prese con la rivoluzione di shale oil e gas. Questo rischia di essere un macigno sulla crescita economica dell’Europa, già provata dalla crisi dei debiti sovrani e da una legislazione in materia ambientale particolarmente restrittiva.

UN PROBLEMA NOTO
Il tema è già emerso nei mesi scorsi e tornato alla ribalta pochi giorni fa, quando un rapporto della Commissione di Bruxelles aveva rimarcato come il costo dell’elettricità europea sia già ora il doppio di quella statunitense e il 20% più alta di quella cinese; il prezzo del gas per uso industriale e triplo o quadruplo rispetto a Stati Uniti o Russia, e il 12% più caro di quello cinese.

I RISCHI PER L’OCCUPAZIONE
Ma i problemi per il Vecchio Continente non finiscono qui. Secondo Fatih Birol, capo economista dell’Iea sentito dal quotidiano della City, “se in questi vent’anni di declino non si riuscirà a cambiare marcia, la competitività delle imprese europee si ridurrà rispetto agli Stati Uniti, mettendo a rischio i posti di lavoro di 30 milioni di persone nell’industria pesante“.

IL TEMA AMBIENTALE
Per Birol, intervenuto all’Imperial College di Londra dove ha illustrato l’analisi dell’agenzia, gran parte della colpa di questa differenza di prezzo tra l’Europa e altre aree del pianeta sarebbero “le politiche relative al cambiamento climatico e l’ambiente” che non vanno demonizzate, ma che non funzionano, tanto più perché portate avanti in completo “isolamento“: qui, spiega, si punta poco sull’energia nucleare, sono previsti forti e inefficienti “sussidi all’energia verde” e ci sono restrizioni all’esplorazione di “gas e petrolio di scisto“, uno dei punti a favore della crescita americana.

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