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Ecco gli effetti dell’accordo di Renzi e Berlusconi sull’Italicum

Con l’Italicum i partiti hanno scelto lo schema della governabilità: è l’opinione di Francesco Perfetti, saggista, editorialista e professore ordinario di Storia contemporanea presso la facoltà di Scienze politiche della Luiss Guido Carli di Roma, che affida a Formiche.net la sua lettura delle future mosse non solo renziane ma anche del centrodestra italiano.

Renzi premier: perché non conviene al rottamatore?
Non passare dalle urne per la strategia del segretario Pd mi sembrerebbe un passo indietro, perché il suo discorso è finalizzato a cercare di ottenere un sistema nel quale non siano più necessarie le grandi intese. A meno che non si voglia fare un discorso di un premierato di scopo, che di fatto è stato superato dai fatti.

Dopo il via libera all’Italicum c’è solo il voto? E la riforma dl titolo V?
E’ un punto interrogativo e non è facile fare previsioni, perché l’equilibrio è fortemente instabile, sottoposto a molte pressioni e variabili che non sono determinabili a priori. Detto questo, credo che in linea generale il discorso del percorso di revisione costituzionale nel suo complesso sia difficilmente praticabile in questa legislatura. Sulla legge elettorale se ne uscirà in un modo o nell’altro, ma sulle altre riforme siamo nel quando di natura costituzionale, con un iter complesso e lungo. Penso ad una riforma molto popolare come la riduzione del numero dei parlamentari, che è una legge di tipo costituzionale che necessita di tutto un procedimento ad hoc. Realisticamente il percorso è difficile da portare a termine.

Il premier Enrico Letta ne esce indebolito da questo vento riformatore?
E’ anche possibile che il governo riesca a reggere per qualche tempo in questa prospettiva. Ma sarà difficile nella fase attuale giungere a queste riforme così complesse, anche perché, sarò pessimista, ma allo stato dei fatti con un sistema politico tripolarizzato e sostanzialmente frammentato voglio vedere quanti senatori saranno disposti ad auto eliminarsi. Rammento una battuta di Jemolo, che anni fa sulla Stampa scrisse un fondo commentando una proposta di legge per ridurre il numero dei senatori. Osservò che certamente non ci si sarebbe mai arrivati a quel punto, “perché il suicidio è un atto individuale e non un atto collettivo”.

Le resistenze all’Italicum sono solo frutto di un certo conservatorismo delle nomenklature o sussistono reali profili di incostituzionalità?
Nessun sistema elettorale è perfetto, tutti sono perfettibili. Ma l‘Italicum mi pare un buon sistema, quantomeno perché risponde a due esigenze di fondo: la governabilità e togliere il potere di ricatto alle piccole forze politiche. Rispetto al rapporto con i regimi politici, nessun sistema elettorale è sostanzialmente illegittimo in quanto è uno strumento per ottenere determinati risultati concreti. Se si ritiene dal punto di vista democratico che fra i tanti attributi della democrazia vi sia quello di mettere al primo posto della governabilità, allora bisognerebbe concentrarsi su uno di tipo maggioritario, come l’attuale. Che viene pagato dall’elettorato dalla classe politica con un prezzo che si chiama sottrappresentanza delle forze minori.

Contrariamente?
Se si mettesse al primo posto invece il concetto di rappresentanza di tutte le espressioni delle opinioni politiche, allora il sistema scelto sarà proporzionale puro, ma anche in questo caso con un prezzo da pagare: la mancanza di governabilità e la frammentazione, con la conseguenza dei governi di coalizione. Esiste una scelta che dovrà essere fatta a monte. La classe politica mi sembra che nel caso dell’Italicum voglia prediligere il requisito della governabilità.

Se a sinistra Renzi rappresenta una visione ormai chiara, come potranno evolversi i destini del centrodestra? Da queste colonne ieri Claudio Cerasa del Foglio ha previsto che tutti torneranno alla casa del padre: è così?
Concordo, non vedo prospettive di successo in questa situazione: nel caso di una competizione elettorale il Nuovo Centrodestra potrebbe scontare elementi che non giocherebbero a suo favore, e non solo la mancanza di strumenti comunicativi. Ma il fatto di essere presente al governo, dato che in questa fase aspra li metta in una situazione di difficoltà.

Come uscirne?
Il solo modo di trovare uno spazio è poter confluire in un’alleanza. E non vedo alleanza alternativa rispetto alla casa del padre. Il problema verte sul superamento del 4,5%: non sarà affatto semplice.

twitter@FDepalo

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