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Marò in India, cronaca di un processo (quasi) infinito

Si è tenuta oggi a New Delhi l’udienza della Corte suprema indiana sul caso dei due marò. La Corte ha ascoltato le ragioni del ricorso, che ha chiesto il ritorno in Italia, e ha poi rinviato il tutto a lunedì prossimo, 10 febbraio. Il giudice ha dato alla pubblica accusa una sola settimana di tempo.

INVOCARE IL SUA ACT
La lunghezza del processo giudiziale sta diventando un caso internazionale. Per discutere la richiesta della polizia investigativa (Nia) di trasferire i due militari sotto la tutela del tribunale speciale, è necessario capire prima il risultato del ricorso italiano presso la Corte Suprema indiana contro l’eventuale applicazione della legge per la repressione della pirateria, il cosiddetto Sua Act, che considera la pena di morte per questo reato.

PRESSIONI DEL GOVERNO
Secondo il quotidiano Indian Express, sulla vicenda dei marò il governo indiano sta temporeggiando perché esistono forti pressioni contro l’uso del Sua Act. La pubblicazione sostiene che il governo ha chiesto al ministro dell’Interno di rivedere il via libera all’applicazione della legge. “Al ministero è stato richiesto di considerare il fatto che la legge è stata pensata per far fronte ad atti di terrorismo e pirateria e questo non è il caso dell’omicidio dei due pescatori”, si legge sul giornale.

UN CASO INTERNAZIONALE
Il ministero della Giustizia indiano sostiene di aver chiesto alla Procura generale di rivedere la sua posizione e la sua opinione sarà valutata prima dell’annuncio della decisione. Nel frattempo, una delegazione di parlamentari italiani di tutte le correnti politiche si è recata in India per incontrare i marò e confermare l’impegno per la risoluzione del conflitto. Nicola Latorre, senatore del Partito Democratico e presidente della commissione Difesa, ha detto al rientro dalla visita che “come abbiamo tutti quanti ripetuto anche all’ambasciatore americano in India e agli ambasciatori europei, il rientro dei fucilieri deve diventare sempre di più un caso internazionale”.

I RIFLETTORI EUROPEI
Il caso sta guadagnando attenzione. Il presidente della commissione Ue, José Manuel Durão Barroso, ha avvertito mercoledì che ogni decisione sul caso di Latorre e Girone “può avere un impatto sulle relazioni complessive fra l’Unione Europea e l’India”. Forse anche per questo motivo il governo indiano sta davvero ripensando le sue mosse.

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