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Renzi non fa più manfrine?

Renzi, basta manfrine. L’accorato e un po’ malizioso appello che Formiche.net aveva lanciato si basava su qualche dato di fatto. Visto che le larghe intese del governo erano divenute strette dopo l’uscita di Silvio Berlusconi dalla maggioranza; visto che il premier Enrico Letta e la sua squadra di governo non sprigiona forza ed efficienza, secondo le forze politiche che lo sostengono; viste le prossime e impegnative tappe della politica economica; visto che lo scalpitante segretario del Pd, dopo il successone alle primarie, è il riconosciuto dominus della politica anche per l’accordo raggiunto con Forza Italia sulla modifica alla legge elettorale; e visto che Renzi ha già le idee chiare sull’agenda di governo da dettare a Letta, ci si chiedeva: ma perché Matteo Renzi deve attendere la vittoria elettorale per andare a Palazzo Chigi?

Beninteso, Formiche.net non è un organo del Pd (ce ne sono già troppi di organi ufficiali e ufficiosi del Pd…), non è organo di alcun partito o movimento politico, e non riceve alcun finanziamento statale (a proposito, date un’occhiata qui). Anzi, stiamo seguendo con attenzione, con passione, ma senza piaggerie – come da costume di Formiche.netil cantiere del centrodestra che sarà. Insomma, non siamo renziani. Ma, come ha descritto perfettamente il prof. Benedetto Ippolito, diamo e riconosciamo a Renzi quello che è di Renzi: la capacità di mobilitazione e di passione di un popolo, come quello del Pd, un po’ attapirato dopo le ultime elezioni; il coraggio di dialogare con l’opposizione del tanto vituperato e condannato Silvio Berlusconi, anche a costo di mettere a repentaglio gli equilibri dell’esecutivo.

Ma proprio per queste capacità, caratteristiche e azioni, ci chiedevamo giorni fa: Renzi premier ora, perché no?

La domanda l’abbiamo posta a renziani doc e a osservatori vicini al Pd. Tutti – da Sofia Ventura a Paolo Gentiloni, da Stefano Menichini a Emanuele Macalusohanno risposto: non è il momento, Renzi premier solo dopo una vittoria elettorale, ora Matteo a Palazzo Chigi sconfesserebbe la sua linea, e via renzianeggiando.

Ma evidentemente i fatti sono più tosti delle opinioni. Così ieri, annusando l’aria della direzione del Pd, e seguendo per lo più su Twitter il consesso democratico, si è intuito che l’ex segretario Guglielmo Epifani non esclude la possibilità di Renzi premier ora, che pure Gentiloni in verità si pone la questione, che Ermete Realacci (come da intervista a Formiche.net) analizza i pro e i contro della ipotesi e che – udite udite – pure lo schifiltoso Renzi, contrario ai tanto bistrattati giochi di palazzo alla D’Alema per entrare a Palazzo Chigi senza il voto popolare, ora valuta un “cambio di schema”. Inoltre – secondo Goffredo De Marchis di Repubblica – vedono di buon occhio Renzi premier ora anche il nuovo ambasciatore Usa in Italia e il presidente di Confindustria, Giorgio Squinzi, non avversa l’opzione. Restano, forse, le perplessità del Quirinale, sede comunque di realismo e pragmatismo.

Ecco, forse le manfrine renziane stanno davvero per finire.

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