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La legge sulla sperimentazione animale e i tossicodipendenti

A breve il governo italiano dovrà varare il nuovo decreto legislativo sulla protezione degli animali utilizzati a fini scientifici. Uno dei punti più controversi riguarda il “divieto di utilizzare gli animali per gli xenotrapianti e per le ricerche su sostanze d’abuso”.

In questo modo il decreto rischia di limitare di molto la già sofferente ricerca Italiana.

I ricercatori hanno cercato di sensibilizzare l’opinione pubblica e di presentare le loro ragioni appoggiati dalle due principali charities italiane AIRC e Telethon che finanziano molta della ricerca biomedica di questo paese.

D’altro canto alcuni politici si sono lasciati andare a giudizi impietosi contro il mondo scientifico italiano arrivando a sostenere: “La parte più avanzata della comunità scientifica – purtroppo non residente in Italia – pensa che dei test in vivo si possa largamente fare a meno” (http://documenti.camera.it/leg17/resoconti/commissioni/bollettini/html/2014/02/05/12/comunic.htm).

Se è vero che l’uso dell’animale pone dei problemi etici è altrettanto vero che non siamo ancora al punto di poterne fare a meno. Lo sviluppo tecnologico è rapido ma la strada da compiere prima di disporre di metodi alternativi che eliminino l’impiego dell’animale è ancora lunga purtroppo. Decidere oggi di rinunciare alla ricerca animale vuol, dire semplicemente lasciare che certe ricerche vengano fatte in altri paesi. Un processo paragonabile alla de-industrializzazione che si verifica da anni in Italia.

Uno dei punti politicamente più spendibili dai sostenitori della legge è sicuramente quello di vietare l’utilizzo di animali per gli studi sulla tossicodipendenza. La compassione per i tossicodipendenti (al contrario di quella per gli animali) non è un argomento vincente in campagna elettorale. La tossicodipendenza viene vista esclusivamente come un problema sociale che non si risolve con la ricerca sugli animali bensì con la lotta al crimine e smantellando i cartelli della droga. I tossicodipendenti sono considerati dei deboli o semplicemente dei delinquenti. Perché spendere soldi per la ricerca in questo settore e ancora di più perché prevedere di sacrificare degli animali?

Il problema delle dipendenze è una vera e propria piaga sociale che colpisce oltre 2 milioni di italiani, secondo i dati 2012 del Dipartimento Politiche Antidroga (http://www.politicheantidroga.it). Ma è importante capire che la tossicodipendenza è una malattia. I tossicodipendenti presentano alterazioni in regioni cruciali per l’apprendimento e la memoria, il giudizio e il processo decisionale e il controllo del comportamento. Le droghe imitano neurotrasmettitori naturali, e veicolano messaggi falsi o anomali attraverso i circuiti nervosi.

Comprendere il meccanismo attraverso il quale si stabilisce la dipendenza è importante per la messa a punto di farmaci che aiutino il recupero dei pazienti.
 E la ricerca in questo campo potrebbe avere ricadute su altre patologie come la bulimia e l’anoressia o malattie neuro-degenerative quali il morbo di Alzheimer.
 Oppure la sindrome di astinenza neonatale per i bambini nati da madri tossicodipendenti.

La tossicodipendenza è una malattia cronica e recidivante che cambia la struttura e la funzione del cervello. Come per tutte le malattie, esiste una base genetica che spiega parte della vulnerabilità individuale verso la droga. Comprendere questa base genetica ci può permettere di sviluppare cure più mirate e di fare prevenzione. È stato calcolato che solo negli USA la tossicodipendenza ha un costo sociale dell’ordine di 190 miliardi di dollari all’anno. Lo sviluppo di terapie che prevengano gli atteggiamenti autodistruttivi che portano alla tossicodipendenza potrebbe aiutare a ridurre questi costi sociali.

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