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PD, Partito Destabilizzatore?

Loro sono sempre seri, ponderati, equilibrati. Loro sempre rispettosi delle regole e delle procedure. Questo è il vanto, spesso giustificato, dei dirigenti e dei vertici del Pd. Ma la realtà è sovente diversa.

LE FOTO DELLA CONFERENZA POCO RENZIANA DI LETTA

Non si sono ancora rimarginate del tutto le ferite prodotte dalle tentazioni grilline della vecchia dirigenza del Pd che, dopo le elezioni non vinte, ha corteggiato parlamentari del Movimento 5 Stelle per un governo del cambiamento; prospettiva scampata per un soffio a beneficio della Patria. Fra i lasciti di quel periodo ci sono presidenti dei due rami del Parlamento che non sempre brillano per equilibrio.

LA DISFIDA TRA RENZI E LETTA VISTA DALL’ALBUM FOTOGRAFICO DI PIZZI

Solo il ricorso alla saggezza e al sacrificio di Giorgio Napolitano, che ha accettato di essere rieletto presidente della Repubblica, ha rammendato il Pd a conduzione bersaniana che nell’elezione del capo dello Stato si è frantumato mettendo a repentaglio finanche le istituzioni. E così, a malincuore, il Pd ha accettato di costituire quel governo delle larghe intese, invocato fin dall’inizio da Silvio Berlusconi visto il risultato delle elezioni.

Nella gara alla destabilizzazione strisciante ha partecipato con passione anche il Pdl che, dopo la decadenza da senatore di Berlusconi, ha messo a repentaglio l’esistenza del governo Letta, rimasto in vita grazie alla decisione di Angelino Alfano e degli alfaniani.

Lo stato di confusione del Pd sembrava superato con l’esito delle primarie, vinte con ardore da un arrembante Matteo Renzi che, pur aspirando chiaramente a diventare sindaco d’Italia oltre che di Firenze, assicurava: solo con un bagno elettorale andrò a Palazzo Chigi. Ma evidentemente, dopo parecchie manfrine frutto di ipocrisie – come evidenziato da Formiche.net – il segretario del Pd ha gettato la maschera e ha deciso di rottamare definitivamente Enrico Letta, che invece non intende essere spodestato senza un passaggio parlamentare e carte scoperte.

LE FOTO DELLA CONFERENZA POCO RENZIANA DI LETTA

Così, alla vigila della direzione decisiva del Pd, la politica è alla mercè di un partito guidato da un segretario che in poche ore cambia idea (anche se era chiaro fin da subito la sua smania di andare a Palazzo Chigi anche se i renziani di stretta osservanza lo negavano), volendo accelerare un cambio governativo con qualche manovra di palazzo, come ha fatto capire il premier Letta nel corso della conferenza stampa in cui ha presentato il documento programmatico Impegno Italia.

Ma proprio con quel documento illustrato, con tanto di cronoprogramma e con parecchi spunti di tipo renziano (come sui contratti di lavoro), sarà arduo che il Pd rottami del tutto un premier indicato dal Pd; un premier che di certo non ha ostacolato la vittoria di Renzi alle primarie.

Ma il Pd, si sa, è capace di tutto. D’altronde con Fonzie alla guida, lo spettacolo è assicurato. Speriamo che il biglietto non costi troppo all’Italia.

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