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Civati è il nuovo Renzi?

Pippo Civati è il nuovo Renzi? Forse all’interessato il paragone non piacerà ma è lecito domandarselo. Qui non si parla di caratteristiche personali: tra i due c’è un abisso, nessun dubbio. Si parla piuttosto di posizionamento politico, all’interno e all’esterno del Pd.

C’era una volta un sindaco che non vedeva l’ora di rottamare vecchie logiche e vecchi esponenti del partito, con spirito nuovo e una buona dose di coraggio. C’era una volta un partito che lo percepiva come corpo estraneo, che lo avrebbe voluto annientare, cancellare, dimenticare in fretta.

Preistoria se si pensa dove e come è finita la storia. Ora il sindaco sta per diventare premier con una rischiosa operazione di palazzo che prevede il defenestramento dell’“amico Enrico”. E ora il partito quel sindaco lo percepisce come unico leader, lo applaude, lo acclama, lo vuole far durare a Palazzo Chigi fino al 2018 con 136 voti favorevoli.

Non tutto il partito, certo. C’è una piccola parte capitanata da Civati, appunto, che non accetta la logica della “scelta obbligata” con cui hanno fatto passare la rottamazione di Letta. “E’ una scelta politica contro cui io voto contro”, ha detto ieri il deputato brianzolo dal palco della Direzione Pd (FOTO). Un intervento apprezzatissimo in rete perché, forse, nel “mood” del popolo democrat. Proprio quello a cui Civati ha la “smisurata ambizione” di ridare la parola.

L’ex sfidante renziano alle primarie ha criticato il modo con cui il suo partito ha sfiduciato Letta, “ci vuole più rispetto per le persone”, ha espresso dubbi sull’efficacia della strategia, “perché sostituendo il premier ora le larghe intese dovrebbero essere diverse?”, ha manifestato stupore per il cambiamento di opinione che “dalla sera alla mattina” ha colpito i suoi compagni di partito. Un’ipotesi staffetta etichettata fino a una settimana fa come “fantascienza” e oggi realtà “senza alternativa”: “Ma perché nessuno è coerente con quello che dice e fa il contrario di quello che dichiara? Perché così è un po’ difficile, rimanere coerenti mentre tutti fanno giravolte e testacoda”, si chiede dal suo blog.

Così, la domanda che pone Corradino Mineo su Twitter non appare peregrina: “Linguaggio dei media. Ora che @giannicuperlo ha votato con @matteorenzi e @civati ha votato contro, mi chiedo chi chiameranno #minoranzaPd?”. Forse ora la vera minoranza Pd fa rima solo con Civati e pochi altri che non hanno voluto unirsi al coro neo-renziano esibitosi ieri a Largo del Nazareno. E chissà che quella minoranza non diventi un giorno maggioranza, come la storia di Renzi insegna.

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