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Ucraina, lo zampino russo nel caos di Kiev

L’Ucraina è a un bivio. Secondo il sito della radio La Voce della Russia, l’Ucraina si divide tra la possibilità di trasformarsi in una Libia europea, in alleanza con l’Unione europea, o in una nuova Jugoslavia, avvicinandosi maggiormente alla Russia. Per il Wall Street Journal, il presidente Vladimir Putin è impegnato nella “conquista” dell’Ucraina perché da questo dipende la ricostruzione della leadership russa a livello mondiale; la costruzione di un blocco di Paesi alleati comincia dalla vicina Ucraina.

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AIUTARE IL VICINO
Ieri, mentre il Cremlino insisteva sul fatto che la Russia non interverrà negli affari interni dell’Ucraina, il ministero degli Esteri di Mosca diffondeva un comunicato nel quale puntava il dito contro l’Occidente che sosterrebbe la violenza dei gruppi radicali a Kiev. Inoltre, ha aggiunto che il Cremlino utilizzerà “tutta la sua influenza” per contribuire alla stabilità dell’Ucraina e ha fatto un richiamo all’opposizione per cercare un accordo con il governo.

I FONDI EUROPEI
Il Cremlino segue attentamente gli avvenimenti in Ucraina”, ha detto il portavoce di Putin, Dmitri Peskov. Ma “il principio più importante è la non ingerenza in quello che sta succedendo”. Peskov ha detto che martedì sera Putin e Víktor Yanukóvich si sono sentiti per via telefonica. Hanno parlato dell’urgenza di trovare una soluzione al conflitto, mettendo da parte l’accordo da 11 miliardi di euro promessi a Kiev e l’abbassamento delle tariffe di gas russo. L’offerta di Putin è arrivata dopo il rifiuto del Fondo Monetario Internazionale di dare 5 miliardi di dollari all’Ucraina e il silenzio europeo sulla richiesta di 20 miliardi di euro per l’Accordo di associazione.

IL BLOCCO DEL CREMLINO
Ucraina, culla della nazione russa, legata da secoli di profondi legami culturali ed economici, è il Paese più importante, senza il quale il blocco nascente del Cremlino sarebbe morto”, ha scritto il Wall Street Journal. In un editoriale pubblicato alla fine del 2013, Sergio Romano spiegava che nelle fasi iniziali di un ipotetico accordo tra Kiev e Bruxelles “le industrie ucraine perderebbero il mercato russo e dovrebbero competere in Occidente con aziende più moderne e produttive”.“La Russia, per il momento – scriveva Romano – ha strumenti di pressione piuttosto convincenti. Può bloccare le merci ucraine alla frontiera russa, interrompere le forniture di gas e affliggere gli ucraini con un gran numero di piccoli dispetti”. Romano ha anche ricordato i legami tra l’Ucraina e la Russia, di carattere culturale, religioso e storico.

Bisognerà aspettare la fine dei Giochi olimpici di Sochi il 23 febbraio per vedere cosa farà Mosca rispetto alla situazione in Ucraina e quali sanzioni prevederà l’Europa contro il governo di Yanukóvich.

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