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Marianna Madia, che cosa pensa degli statali il nuovo ministro della Pubblica amministrazione

Semplificazione e Pubblica Amministrazione, chi è e cosa pensa il nuovo ministro che Matteo Renzi ha voluto su quella che fu la poltrona di Renato Brunetta durante il governo Berlusconi: Marianna Madia.

WELFARE
Nella XVII legislatura è componente della commissione Lavoro, anche in virtù della sua partecipazione come membro al consiglio direttivo dell’Arel – l’istituto di ricerche fondato da Beniamino Andreatta – e del comitato di redazione della rivista Italianieuropei.

CAPISALDI
Suoi punti di riferimento tematici sono la protezione universale dei lavoratori, il sostegno alla cultura e alla ricerca pubbliche, la tutela del territorio e della salute dei cittadini, la lotta agli sprechi e per la riduzione dei costi della politica. Proprio la proposta ufficiale di riforma del mercato del lavoro del Pd è stata al centro della sua azione nel corso della XVI legislatura.

NUOVO CONTRATTO
Nello specifico contempla l’istituzione di un nuovo contratto d’ingresso a tutele crescenti, in base al quale dopo una prima fase più flessibile il rapporto di lavoro viene tramutato in indeterminato. Si tratta di uno strumento che nelle intenzioni supera tutte le forme di contratto precario esistente, assicurando incentivi per trasformare i contratti, ma senza toccare l’articolo 18.

REDDITO DI SOLIDARIETA’
Altro sforzo della Madia il reddito di solidarietà attiva e per la lotta alle povertà, siglato con l’ex ministro Livia Turco, basato sul modello francese di contrasto delle povertà e dell’esclusione sociale.

COSTI DELLA POLITICA
Impegnativa sarà la battaglia sui regolamenti della Camera, un tema sul quale la Madia aveva proposto una nuova formula di ispirazione europea per limitare l’uso della carta, nel solco di ciò che è stato fatto dal governo inglese. Nove milioni sono stati pesi nel solo 2009 per stampare tonnellate di carta destinata poi al macero.

DIRIGENTI
Ci deve essere una rotazione negli incarichi, e quindi mobilità – ha detto nelle fasi dopo il giuramento – Ci sembra inaccettabile che tanti alti dirigenti restino fermi, bloccati nei loro prestigiosi incarichi per anni e anni, accumulando così potere su potere e disinteressandosi spesso del funzionamento della macchina. Se la macchina deve funzionare bene, deve cominciare a funzionare da chi la guida”.

RIFORME
Sulle riforme ha sottolineato che vanno fatte con cura e cautela, “c’è la piaga del precariato da risolvere, anche se so non ci sono risorse, tuttavia va combattuta. Tutta la sfida del governo è una responsabilità da fare tremare le vene ai polsi”.

PUBBLICA AMMINISTRAZIONE
Già in occasione del suo discorso al Senato, Matteo Renzi ha messo l’accento sul fatto che non vi siano intoccabili fra i dipendenti pubblici, soprattutto ai livelli alti. Per cui in caso di obiettivi non raggiunti si potrà assistere al licenziamento del dirigente competente. I precari sono stati definiti dal ministro Madia “una piaga” ovvero “vittime di un sistema d’accesso che in questi anni non ha funzionato”.

PRECARI
«Precari. Storie di un’Italia che lavora» è il libro che il ministro ha scritto nel 2011 accendendo tra l’altro un dibattito tra l’allora ministro dell’economia Giulio Tremonti e Susanna Camusso (che ne curò la prefazione) numero uno della Cgil sul welfare per gli atipici. E che la stessa autrice definì come il tentativo di raccontare cosa è successo in Parlamento dove “c’è stato un Governo che forse più dei governi precedenti ha destrutturato il diritto del lavoro creando molte più disuguaglianza e molte più situazioni di insicurezza per migliaia di giovani e di donne soprattutto”. Il riferimento era alle persone che “pur di tenere un piede nel mercato del lavoro pietiscono uno stage gratuito”. Un capitolo vene dedicato anche alla vicenda della Agile (ex) Eutelia.
Il volume è una cronaca delle battaglie parlamentari sue e del PD sui temi del lavoro, da cui in seguito è nato un sito collettivo che racconta storie di lavoro e precariato (www.iprecari.it).

NAVE DEI FOLLI
E’ il titolo di un articolo di Barbara Spinelli che la Madia cita nel suo libro proprio perché la nave dei folli dei precari rischia di tornare sotto forma di rivolta sociale. “Sembra che la «nave dei folli» fosse il metodo con cui, nell’Europa medievale, si eliminava il problema della follia. Si caricava una nave di «folli», di malati di mente (gli esclusi sociali per eccellenza) e la si mandava al largo, alla deriva e senza nocchieri”. Oggi, scrive, allo stesso modo “la nostra società nasconde, elude, respinge il problema del precariato e della sua progressiva trasformazione in esclusione sociale”. Certificando come il precariato sia un problema tra i problemi nella nostra società. E allora, conclude, “i supplici devono alzarsi e poter camminare da soli e sicuri, con le proprie gambe. Non essere più supplici, o peggio «liberi schiavi», ma cittadini”.

POLEMICA
Le sue prime parole sono state che “il nostro è un territorio complesso, che va certamente riformato. Abbiamo idee precise e forti. Renato Brunetta appena insediato se la prese subito con quelli che definì impiegati fannulloni. Noi non faremo così, cominceremo dall’alto, dai dirigenti”. A cui Renato Brunetta, ospite di Maria Latella, a SkyTG24,ha replicato: “Da parte di una ragazzina non è un bel dichiarare dire che farà il contrario di quello che ho fatto io. Se inizia così, deve studiare ancora molto” ha aggiunto il capogruppo di Forza Italia.

ORIGINI
Originaria di Petilia Policastro, nel crotonese è figlia di Stefano Madia, attore e giornalista (dopo il cinema ha lavorato tra l’altro a “Porta a Porta” come inviato), figlio di Nicola Madia, noto avvocato. Suo zio, tra l’altro, è Titta Madia, altro legale di grido, tra i suoi clienti più celebri spicca anche Clemente Mastella. Un suo avo, Titta Madia, bisnonno del ministro, fu nominato deputato nel periodo fascista e fu parlamentare dal 1953 al 1958 del Movimento Sociale Italiano.

twitter@FDepalo

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