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Che cosa pensa della Libia il ministro degli Esteri Federica Mogherini

Il futuro della Libia passa anche da Roma, dove oggi si tiene la Conferenza internazionale organizzata alla Farnesina.

Ad aprire il summit, al quale partecipano circa 40 delegazioni, è il ministro degli Esteri Federica Mogherini, che accoglierà i suoi omologhi tra cui il Segretario di Stato americano John Kerry.

Il Paese nordafricano è per l’esecutivo una priorità della politica estera dell’Italia – come anticipato a Formiche.net dal capogruppo del Pd in commissione esteri della Camera, Enzo Amendola -, un partner chiave su questioni che vanno dalla sicurezza energetica, all’immigrazione e alla diffusione della democrazia nel mondo arabo.

Aspetti che la neo titolare della Farnesina del governo guidato da Matteo Renzi – impegnato invece a Bruxelles per affrontare a livello comunitario la crisi ucraina – ha delineato in una lettera pubblicata oggi dal Corriere della Sera.

Sono passati tre anni dalla caduta di Gheddafi e la nuova Libia attraversa ancora una fase di estrema difficoltà“, ha scritto la Mogherini rivolgendosi al direttore Ferruccio de Bortoli.

Per alcuni – spiega – la Libia è uno Stato fallito, ma in realtà il giudizio è poco appropriato perché non è ancora uno Stato“. Quarantadue anni di dittatura gheddafiana hanno lasciato molte macerie: assenza di istituzioni; economia basata sulla rendita petrolifera; una rete di protezione sociale pressoché inesistente; demonizzazione dei partiti politici”, con un “quadro politico-istituzionale si è deteriorato e le elezioni del 7 luglio 2012 non hanno dato i risultati sperati“.

Come ridare una speranza al popolo libico e mettere fine alla difficile transizione nell’interesse non solo della Libia ma di tutta l’Europa?, si chiede poi il ministro degli Esteri, consapevole anche dei molti interessi delle aziende italiane nel Paese.

Non esistono scorciatoie, la comunità internazionale e i Paesi amici possono aiutare, ma sono gli stessi libici a dover definire un nuovo patto sociale e costruire insieme il futuro sulla base di un progetto nazionale dotato di una larga condivisione politica“.

Il problema oggi in Libia, prosegue la titolare della Farnesina “è innanzitutto politico prima che tecnico“.

La Penisola vuole impegnarsi anche nel favorire un percorso che permetta di archiviare il tribalismo che divide il Paese e consenta di definire nuove istituzioni.

L’Italia, che anche in ragione del suo passato coloniale ha avuto dal G8 il compito di guidare il gruppo di contatto con Tripoli, contribuirà formando le forze di polizia e dell’esercito libici, che avranno il compito fondamentale di riportare l’ordine nelle zone più calde del Paese, come il Sud e la Cirenaica, un fronte su cui è impegnata in prima linea un altra donna del governo, il ministro della Difesa Roberta Pinotti.

Noi – rimarca il ministro sul quotidiano di via Solferino – continueremo a fare la nostra parte: i ministri saranno accolti a Roma da un gruppo di giovani militari libici che l’Italia sta addestrando con successo a Cassino. Oggi a Roma la comunità internazionale lancia alle forze politiche e all’opinione pubblica libiche il forte segnale che l’aiuto internazionale può realizzarsi solo se i libici creano le condizioni politiche che consentano di assorbirlo“.

L’augurio del governo, sottolinea, è “che dalla Conferenza di oggi venga la spinta affinché le diverse componenti del Congresso accelerino la conclusione di un accordo sulla data delle prossime elezioni.

La Libia – conclude la Mogherini – merita un futuro migliore e la comunità internazionale è pronta a fare tutto il possibile per accompagnare la sua rinascita“.

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