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Venezuela, ecco perché i militari hanno dato l’ultimatum

La famiglia militare nelle strade, il popolo e le Forze Armate. Unione civico-militare irreduttibile. Non c’è modo che la borghesia possa distruggerla!”. Così è stato annunciato da Diosdado Cabello, leader della fazione militare del chavismo e presidente dell’Assemblea Nazionale, il nuovo piano di controllo dell’ordine pubblico in Venezuela. Una specie di esercito composto da soldati e sostenitori del governo che cercherà “in tutti i modi possibili” di estinguere le proteste delle ultime settimane.

MAREA VERDE
Per oggi è prevista una manifestazione contro l’ingerenza cubana nella situazione venezuelana. Ma il chavismo ha deciso di anticiparla con un evento politico senza precedenti nella storia del Paese: ieri a Caracas i soldati hanno sfilato insegno di appoggio al governo di Maduro. Il ministro della Difesa, Carmen Meléndez, era presente. “Siamo un popolo in divisa!”, ha detto al pubblico. A rispondere una marea di uomini e donne in divisa militare.

VIOLAZIONE DELLA COSTITUZIONE
La manifestazione militare ha colto di sorpresa l’opposizione e diverse ong di diritti umani. Dopo un mese di proteste in cui gli scontri tra manifestanti e forze dell’ordine hanno causato 30 morti e centinaia di feriti, l’atto sembra una sfida più che un gesto spontaneo. “Il governo allontana ancora di più la possibilità di pace e conciliazione convocando una manifestazione di sostegno alla repressione della Guardia Nazionale”, ha detto in un comunicato stampa l’ong Provea.

LA COSTRIZIONE DEL GOVERNO
Il leader dell’opposizione Henrique Capriles Radonski, invece, sostiene che “con la manifestazione delle Forze armate nazionali bolivariane, Nicolás (Maduro) non dimostra rispetto verso la famiglia militare e violenta la Costituzione. Le nostre Forze Armate non devono permettere questa costrizione”. In Venezuela, la Costituzione prevede che i militari restino al di fuori della scena politica. Devono soltanto garantire la sicurezza nazionale.

IL DIALOGO CON GLI USA
Nonostante il suo linguaggio sia tutt’altro che conciliatore, Maduro ha nominato Cabello come nuovo mediatore nei rapporti con gli Stati Uniti. Il presidente dell’Assemblea nazionale cercherà di riprendere conversazioni “fraterne e pacifiche con il Paese nordamericano attraverso una commissione per un dialogo tra le due nazioni”, ha detto il presidente venezuelano. La Commissione di alto livello per la pace e il rispetto della sovranità nazionale sarà integrata da un Alto commissionato del governo degli Stati Uniti e un rappresentante dell’Unione di Nazioni Sudamericane (Unasur).

L’INVITO A OBAMA
Maduro sostiene che il presidente americano Barack Obama non sia al suo stesso livello per sostenere una conversazione”. “Non si lasci andare dalla prepotenza dei circoli di potere di Washington, signor Obama. Decida lei come passare alla Storia. Che finiscano i colpi di Stato”, ha detto il presidente venezuelano.

CHI È DIOSDADO CABELLO
Ma secondo alcune indiscrezioni, in realtà le minacce di colpo di Stato non provengono dall’America del Nord ma dall’interno del chavismo.

Ministro della segreteria della presidenza, vicepresidente, ministro dell’Interno, ministro delle Infrastrutture e governatore dello stato di Miranda. Disdado Cabello ha ricoperto quasi tutte le cariche del governo da quando Hugo Chávez è arrivato al potere. È stato alleato e discepolo di Chávez dal primo tentativo di colpo di Stato che hanno organizzato insieme nel 1992 ed è stato molto scontento dopo che il presidente ha nominato Maduro come suo successore. Diventato miliardario nell’era del chavismo, Cabello è il volto del settore militare del Partito Socialista Unito del Venezuela. Controlla i Servizi di intelligence dopo essere stato al ministero dell’Interno. Oggi è presidente dell’Assemblea nazionale ma sarebbe dietro ad alcuni tentativi di colpo di Stato contro il governo di Maduro. Vorrebbe arrivare alla presidente della Repubblica.

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