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Renzi punta sulle Europee con D’Alema

“L’altra Europa” di Matteo Renzi e Massimo D’Alema è in formazione. Al Tempio di Adriano per la presentazione del nuovo libro dell’ex presidente del Consiglio “Non solo euro”, nonostante le tante punzecchiature, il patto tra rottamatore e rottamato è quasi stretto. Il presidente della fondazione Italianieuropei benedice la visione d’Europa di Renzi che contraccambia, rendendo sempre più probabile la candidatura dell’ex premier alla Commissione europea.

(GUARDA LE FOTO DEL DUETTO RENZI-D’ALEMA VISTO DA PIZZI)

L’ALTRA EUROPA

Che il segretario Pd tenesse al voto del 25 maggio, il suo primo vero test elettorale, è cosa nota. Per arrivare vincitori, bisogna interpretare questa sfida come politica: “Chi dice più Europa perde le elezioni, chi dice meno Europa sbaglia, noi diciamo ‘un’altra Europa’”, spiega Renzi, con l’approvazione di D’Alema che si dice “d’accordo pressoché su tutto in materia”, “parte della stessa squadra”, con una “visione fortemente condivisa che parte dal grande amore verso l’Europa che è il nostro destino”.

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D’ALEMA COMMISSARIO?

Un orizzonte però che va riformato e per farlo l’Italia deve riformare se stessa. Ed è questa seconda sfida che se sarà vinta, chiarisce Renzi, potrà fare del nostro Paese un protagonista del cambiamento in Ue. Per farlo, Renzi potrà contare sull’appoggio di D’Alema che probabilmente sarà candidato per la Commissione europea: “Dobbiamo mandare in Europa le persone più forti che abbiamo e mi riferisco ai livelli istituzionali. Il compito del governo è di scegliere per i livelli di guida delle istituzioni europee le persone che siano in grado di dare il migliore contributo in questo senso”, risponde Renzi alla specifica domanda del moderatore Mario Orfeo sull’argomento.

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TUTTI GLI SCREZI

Tanti gesti amichevoli tra i due, a partire dalla maglia di Totti che il giallorosso ex presidente del Copasir ha regalato al premier. Ma gli screzi non sono mancati. Nessuno dei due ha voluto incassare le provocazioni dell’altro e ne è uscito un siparietto divertente per la marea di giornalisti e politici presenti. “È realistico ridurre di 2-3 punti la spesa pubblica, visto che con i nostri governi l’avevamo portata al 46% del Pil, ora è al 53% – sottolinea D’Alema – c’è stata anche l’Italia di Prodi, Ciampi, del centrosinistra… lo dico a Matteo per dirgli che lui è anche l’erede di una tradizione italiana. Perché ci sono diverse tradizioni italiane. Ce n’è una che può essere rivendicata in Europa senza paura che ti prendano a calci nel sedere”. E giù applausi.

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Non si fa attendere la replica del premier che prendendo spunto da una pagina del libro in cui viene criticata la sua spinta “rottamatrice”, puntualizza: “C’è una responsabilità in più dell’Italia in questi vent’anni, lo confermo l’Italia ha ridotto la spesa pubblica, è stata autorevole nei Balcani, ha prodotto una classe dirigente che ha guidato il Paese e anche l’Europa. Dove siamo mancati non è nell’analisi sulle difficoltà del liberismo ma è mancata una riflessione sul mercato del lavoro, è mancata una riforma forte”.

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“La storia è complicata – lo bacchetta il lider maximo attorniato da tutti i suoi “Italianieuropei” – faccio fatica ad accettare questa idea dei vent’anni. La legge elettorale avanzata nella Bicamerale era molto più avanzata dell’Italicum”.

Sembra quasi di essere tornati ai tempi del gioco rottamatore-rottamato. Quasi…

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