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Tutte le polemiche poco veltroniane su “Quando c’era Berlinguer”

Che bella la politica quando c’era Enrico Berlinguer, dice Walter Veltroni all’Espresso. Il suo docu-film sul segretario del Pci ha ricompattato la sinistra italiana nel ricordare la lezione del grande leader sardo scomparso prematuramente trent’anni fa.

Nessuno ha voluto mancare per rendergli omaggio alla prima all’Auditorium del Parco della musica, come testimoniano le foto di Umberto Pizzi per Formiche.net. La commozione si mischia alla malinconia nel ricordare anni lontani, eppure vicinissimi. Un mix di emozioni che rischia di offuscare tutte le sfumature di quel controverso periodo. Ed è per questo che sono i protagonisti e i testimoni stessi dell’epoca a puntualizzare i dettagli che non emergono nell’applauditissimo documentario.

C’è un grande assente nei 117 minuti girati da Veltroni: l’ultimo segretario del Pci Achille Occhetto. È lui stesso a dirsi colpito in un’intervista al Corriere della Sera: “Il fatto che io non ci sia ha colpito anche me. Non manco soltanto io, manca tutta la generazione berlingueriana… nelle narrazioni che sento sembra si sia passato direttamente da Berlinguer a Renzi e che in mezzo ci sia un vuoto. Ci vorrebbe un comitato di psichiatri per spiegare queste ricostruzioni”. La fine del Pci non coincide con la scomparsa di Berlinguer, ricorda Occhetto, artefice della famosa e dolorosa “svolta della Bolognina” che portò nel 1991 allo scioglimento del partito.

LE FOTO DELLA PRIMA DEL FILM VELTRONIANO FIRMATE PIZZI

La ricostruzione veltroniana non convince del tutto neanche un altro ex dirigente del Pci, oggi 90enne, EmanuelE Macaluso: “La verità è che nel film di Veltroni non viene fuori tutta la figura di Berlinguer. Capisco che Walter abbia scelto di puntare sull’ultimo Berlinguer, magari ha fatto anche bene… Però ci sono delle cose che non tornano”, racconta. Secondo l’ala migliorista del Pci di cui Macaluso fa parte, insieme al presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, Berlinguer non fu messo in minoranza dal partito ma ne rappresentava semmai “la maggioranza bulgara”.

Nel parlare di quegli anni, l’ex direttore di Unità e Riformista sottolinea inoltre i rapporti tesi tra Berlinguer e Napolitano: “Nella fase più tormentata dello scontro tra Craxi e Berlinguer, Napolitano, capogruppo del Pci alla Camera, aveva trovato con Rino Formica l’accordo su una modifica al decreto sulla scala mobile. A Berlinguer però quel compromesso non andava bene. Infatti Napolitano aveva già la lettera di dimissioni in tasca”.

Vuole discostarsi dalle “inutili piaggerie” anche Giampaolo Pansa, il giornalista che tante volte si scontrò con il “santo rosso”: “Ma Berlinguer era davvero un santo? No, era un leader politico di prima fila, nonostante i molti errori compiuti e l’handicap di non aver mai battuto il partito avversario, la Balena bianca democristiana”,spiega nel suo Bestiario su Libero.

ECCO TUTTI I VIP ALLA PRIMA DEL FILM. LE FOTO DI UMBERTO PIZZI

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