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Sul Corriere della Sera Matteo Renzi strapazza il partito di Repubblica

Stamattina al Fondatore di Repubblica, Eugenio Scalfari, il caffè sarà andato di traverso mentre leggeva il Corriere della Sera. L’intervista rilasciata da Matteo Renzi ad Aldo Cazzullo costituisce un sottile dileggio del “partito di Repubblica“, il quotidiano fondato da Scalfari e ora diretto da Ezio Mauro.

Soltanto un altro premier – Silvio Berlusconi – aveva osato in maniera così plateale rimbrottare e sfidare il partito di Repubblica. Poche ma significative frasi lo attestano.

Innanzitutto quelle rivolte anche a Gustavo Zagrebelsky, nume tutelare della Costituzione, per anni editorialista-principe del quotidiano scalfariano, cardine di Libertà & Giustizia, il movimento politico-culturale per il quale il partito di Repubblica e l’Ingegnere Carlo De Benedetti sono dei punti di riferimento in materia di Costituzione, e non solo di Costituzione. Ecco come Renzi sbeffeggia, si direbbe in stile Giuliano Ferrara, il giurista ed intellettuale torinese: “Perché se uno non la pensa come loro (i “professoroni” alla Stefano Rodotà, ndr), lo accusano di violare la Costituzione o di attentare alla democrazia? Io ho giurato sulla Costituzione, non su Rodotà o Zagrebelsky”.

Non è finita. All’intervista rilasciata domenica a Repubblica dal presidente del Senato, Pietro Grasso, il premier Renzi replica così: “Mi colpisce che la seconda carica dello Stato, cui la Costituzione assegna un ruolo di terzietà, intervenga su un dibattito non con una riflessione politica e culturale ma con una sorta di avvertimento: “Occhio che non ci sono i numeri”. Mai visto una cosa del genere! – critica il presidente del Consiglio nell’intervista al Corriere della Sera – Se Pera o Schifani avessero fatto così, oggi avremmo i girotondi della sinistra contro il ruolo non più imparziale del presidente del Senato”.

Strapazzati pure i girotondini, esempi di partecipazione e passione civile e per questo elogiati per anni dal quotidiano Repubblica, Renzi ribadisce il suo piglio decisionista sulle riforme; un piglio decisamente berlusconiano…

Davvero un pessimo risveglio, questa mattina, per il Fondatore.

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