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Economia, sicurezza e non solo. I rapporti dell’Europa con l’Africa che cresce

L’Europa è il primo partner per l’Africa sia negli investimenti diretti – 221 miliardi di euro – sia negli aiuti allo sviluppo – 18,5 miliardi nel 2012, il 45% del totale.
Sono alcuni dei numeri che introducono e inquadrano il quarto summit Unione Europea-Africa in programma oggi e domani a Bruxelles.

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IL RITORNO DELL’AFRICA
Secondo stime del Fondo Monetario Internazionale – riporta il magazine Vita -, ben 7 delle 10 economie che registreranno i più elevati tassi di crescita nel quinquennio in corso (2011-2015) appartengono a Paesi Sub-sahariani.
Cina, India, Brasile, Qatar, e più di recente Francia, Regno Unito e Stati Uniti continuano a investire miliardi di dollari su quella che la Banca Mondiale ha definito “l’ultima frontiera del mercato internazionale”.

I TEMI PRINCIPALI
I lavori del vertice si concentreranno su educazione, incentivi agli investimenti e alla crescita e su politiche di sicurezza. Temi dopo i quali verrà probabilmente discusso un dossier specifico, quello che nei giorni scorsi ha spinto il capo di Stato nigeriano, Goodluck Jonathan, il cui Paese nei giorni scorsi ha spinto il blocco regionale dell’Africa occidentale (Cedeao/Ecowas), a rinviare l’adesione agli accordi di partenariato economico (Ape/Epa) con Bruxelles, visti come poco convenienti per l’Africa.

IMPORTANZA GEOPOLITICA
Nel tempo il continente ha assunto rilevanza geopolitica, soprattutto grazie alla presenza di materie prime. Un dato che accresce l’importanza del vertice, durante il quale la delegazione Ue è guidata dal presidente della Commissione José Manuel Barroso e dal presidente del Consiglio europeo Herman van Rompuy, affiancati dalle loro controparti dell’Unione Africana: Nkosazana Dlamini-Zuma e il presidente di turno dell’Ua, Mohamed Ould Abdel Aziz. Per l’Italia, invece, sono presenti il premier Matteo Renzi e il ministro degli Esteri Federica Mogherini. Segno che, l’attenzione per l’Africa cresce anche in Italia, dopo anni di disimpegno. Dopo l’Iniziativa Italia-Africa lanciata nel febbraio scorso, il viaggio del presidente del Consiglio in Tunisia e la  Conferenza internazionale sul futuro della Libia, Roma prova a recuperare il tempo perso, forte anche della investitura americana di punto di riferimento occidentale nel Mediterraneo offerta nella sua visita a Roma dal presidente Barack Obama.

IL RUOLO DELL’ITALIA
La Penisola cerca così di non ignorare più le esigenze di sicurezza (fondamentale il ruolo del ministero della Difesa guidato da Roberta Pinotti) e le grandi opportunità che si affacciano sulla sponda meridionale del Mediterraneo. Sebbene il nostro Paese possa ancora vantare una buona immagine sul continente – sottolinea alla rivista Vita Giovanni Carbone, co-autore del recente rapporto pubblicato dall’ISPI sulle relazioni Italia-Africa – e “una struttura industriale forte in settori che interessano i paesi africani, come l’agricoltura, la meccanica strumentale e le infrastrutture”. Ma occorrono maggiore presenze e investimenti in cooperazione, oltre che la maturazione delle necessarie competenze per operare in un continente così diverso dal nostro.

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