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Siria, Assad avrebbe usato nuovamente le armi chimiche

Una fonte dell’esercito israeliano, ha dichiarato alla stampa poche ore fa, che Assad avrebbe ordinato nuovamente l’uso delle armi chimiche. Si tratterebbe di un attacco “non letale”, compiuto dall’esercito governativo siriano, nelle zone della cintura periferica di Damasco, avvenuto il 27 marzo.

La notizia era già girata giorni fa, attraverso denunce delle forze di opposizione – e di medici presenti – nelle zone di Harasta, area periferica della capitale siriana, ma non aveva avuto conferme ufficiali. Adesso la fonte della sicurezza israeliana, ha dichiarato al Jerusalem Post di poter confermare le voci che circolavano e pensare, addirittura, (ma senza conferme nei fatti) che un secondo presunto attacco, sia avvenuto qualche giorno dopo. Si tratterebbe di agenti chimici non specificati utilizzati dall’esercito – al di fuori delle convenzioni internazionali – per neutralizzare le forze ribelli.

Syria Deeply – sito americano con sede a New York che si sta occupando profondamente del conflitto – ha citato l’ American Medical Society ( SAMS ), un gruppo di medici e chirurghi siriani che operano nelle zone di guerra, che ha parlato di un «poisonous gas attack» ad Harasta. I sintomi, allucinazioni, accelerazione del polso, problemi respiratori, paralisi provvisoria, avrebbero colpito una trentina di combattenti – e contrariamente a quello che riporta la fonte israeliana, almeno quattro persone sarebbero morte per soffocamento.

Le attività di intelligence d’Israele, in questo momento si stanno concentrando sulle osservazioni delle operazioni di smaltimento delle armi chimiche. La Siria – che prima dell’accordo del settembre scorso sull’eliminazione, aveva accumulato negli anni il più grosso arsenale del mondo di agenti nervini, Vx e iprite – sarebbe nuovamente in ritardo con la consegna. Dietro al non rispetto delle tempistiche decise con il nuovo piano ad inizio marzo, molti analisti vedono la possibilità che Assad stia nascondendo parte degli agenti all’Opcw. La notizia dell’attacco chimico di due settimane, sarebbe la conferma di queste ipotesi.

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