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Elezioni Europee, solo la Casa dei Popolari può fermare le derive estremistiche. Parola di Enrico Costa (NCD)

Una grande scommessa sembra animare l’alleanza elettorale promossa per il rinnovo del Parlamento europeo da Nuovo Centro-destra, Unione di centro e Popolari per l’Italia: costruire una vasta aggregazione politico-culturale alternativa al Partito democratico e al mondo progressista.

Le sfide che attendono i protagonisti della costituenda Casa popolare non mancano. A partire dal rapporto complesso con Forza Italia, oscillante tra aperture di credito e profondo scetticismo per la sua “deriva estremista”. A questa visione si avvicina l’analisi di Enrico Costa, parlamentare liberale del Nuovo Centro-destra e vice-ministro della Giustizia.

Lavorerete da subito per creare gruppi parlamentari unici delle forze che hanno dato vita alla lista popolare?

Il progetto concepito per il voto europeo non rappresenta un mero cartello elettorale. Deve radicarsi attraverso un processo di respiro lungo. Ed è inevitabile che tale percorso di integrazione si rifletta in Parlamento.

L’approdo finale è il partito unitario delle formazioni che guardano al PPE?

Certo. Abbiamo avviato un cantiere importante con la partecipazione di tanti soggetti differenti, che hanno collaborato per garantire stabilità ed evitare “falli di reazione errati” a danno del nostro paese. È questo il filo conduttore che faciliterà il processo di aggregazione dei moderati italiani.

Le gelosie partitiche non rischiano di mettere a repentaglio il progetto?

La nostra stella polare è il Partito popolare europeo, grande forza unitaria capace di contenere una pluralità di esperienze e filoni politici. Se impronteremo la nostra azione a tale modello non correremo quel rischio.

Il nuovo cantiere-partito sarà aperto a Forza Italia?

Nella fase che stiamo vivendo FI presenta caratteristiche non del tutto compatibili con il nostro lavoro. E l’iniziativa che abbiamo messo in campo può costituire lo stimolo per un cambiamento virtuoso nella formazione di Silvio Berlusconi. Egemonizzata oggi da componenti che mantengono un orientamento estremistico, non allineato con le linee culturali del PPE.

Si riferisce al profilo radicalmente ostile di FI verso le politiche di austerità e il Fiscal Compact?

Non solo. Peraltro la polemica ingaggiata da Forza Italia verso i vincoli di bilancio europei è strumentale. E punta a riscuotere consenso nel voto di fine maggio facendo leva sulla pura convenienza.

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