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Chi protesta (ancora) contro i Mondiali di calcio 2014 in Brasile

Nonostante la pioggia, i brasiliani sono scesi ieri in piazza a Rio de Janeiro. Da mesi migliaia di persone bloccano regolarmente le strade della città brasiliana. Le proteste sono convocate attraverso i social network dai movimenti Territorio Livre (Territorio Libero) e Fórum Popular de Saúde (Foro Popolare di Salute), con il sostegno dei partiti della sinistra radicale che si oppongono al governo di Dilma Rousseff.

I COSTI DELL’EVENTO
Viale Paulista, considerato il cuore finanziario del Brasile, è l’epicentro delle proteste. I manifestanti criticano le spese eccessive per la realizzazione dei prossimi Mondiali di calcio e l’aumento della spesa pubblica riconducibile all’evento. Fino ad ora sono stati investiti 14,5 miliardi di dollari per la costruzione di aeroporti, stadi e per potenziare i trasporti. Quella in Brasile sarà la Coppa del mondo più costosa della storia (qui un articolo di Formiche.net sui costi dei Mondiali in Brasile).

A questo si somma quanto accaduto durante i Mondiali di calcio del 2010, quando i sudafricani spesero più soldi di quanti ne guadagnarono e la persistente mancanza di infrastrutture di trasporto, ospedali e scuole per i brasiliani. “Vogliamo ospedali” si legge sui manifesti di chi protesta.

LA LEGGE ANTI-PROTESTA
“È un bene che tutto il mondo veda che il Brasile è un Paese dove si può protestare senza repressione… Ma chi vuole protestare in maniera violenta resterà isolato, non ci sarà il clima per questo”, ha detto il ministro della Segreteria di presidenza, Gilberto Carvalho, riporta O Globo.

Dopo l’esperienza delle proteste durante la Confederation Cup del 2013, il governo di Dilma Rousseff ha proposto di accelerare l’approvazione di una nuova legge sulle manifestazioni, in modo che sia vigente durante i Mondiali di calcio 2014. Il ministro della Giustizia brasiliano, José Eduardo Cardozo, ha incontrato la scorsa settimana il presidente della Camera dei deputati, Henrique Eduardo Alves, e il presidente del Senato, Renan Calheiros. Hanno discusso i punti del progetto di legge che il governo considera prioritario.

In un’intervista diffusa dall’Agenzia Brasil, il senatore Pedro Taques, autore del progetto di legge, tra i più apprezzati da Palazzo di Planalto, ha detto che “Brasile è un paese democratico e abbiamo bisogno delle proteste, ma i crimini commessi durante le manifestazioni devono essere condannati”. Al momento al Congresso brasiliano si discutono 10 bozze diverse.

LA CANZONE DI PROTESTA
Dopo la presentazione della canzone ufficiale dei Mondiali è spuntato anche un inno di protesta: “Desculpe, Neymar” (Scusa, Neymar) del cantante brasiliano Edu Krieger. In pochi giorni il video ha avuto mezzo milione di visualizzazioni su YouTube.

Nel testo Krieger critica le spese pubbliche per l’organizzazione dell’evento, con un sottofondo di musica popolare brasiliana. Nel video ci sono immagini dei manifestanti.

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