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Nel Triveneto i distretti industriali fanno lievitare l’export. Report Intesa Sanpaolo

I distretti industriali del triveneto confermano l’annata positiva chiudendo il 2013 con un progresso del 3%. Lo conferma il Monitor dei distretti pubblicato da Intesa Sanpaolo, aggiornato a dicembre 2013, che conferma l’andamento positivo registrato nei trimestri precedenti. Unica nota dolente, la crescita delle ore complessive di cassa integrazione guadagni (CIG), a conferma della crisi che attraversa il tessuto produttivo locale.

UNO SGUARDO D’INSIEME
“Nel quarto trimestre del 2013 l’export dei distretti triveneti ha registrato una nuova lieve accelerazione, mostrando un aumento del 6,6%” si legge nel rapporto stilato dal Servizio Studi e Ricerche di Intesa Sanpaolo, che continua: “Questo si spiega con le performance dei distretti veneti (+6,3%) e, soprattutto, con l’inversione di tendenza dei distretti friulani, che per il secondo trimestre consecutivo sono cresciuti a tassi sostenuti (+8,8%). Ha poi mantenuto un’evoluzione positiva anche il Trentino-Alto Adige (+3,7%)”.

Non solo un aumento dell’export, ma anche una dimostrazione di stabilità rispetto a paesi come Francia e Germania che hanno invece subito cali nelle esportazioni rispettivamente dell’1,5% e dell’1,4%.

IL RECORD DEL VENETO
“Le esportazioni dei distretti del Veneto hanno toccato la quota record di 18,9 miliardi di euro, 700 milioni di euro in più rispetto al precedente picco del 2007”. In aumento del 4,8%, le esportazioni del distretto del Veneto sono in linea con la media nazionale (4,5%), e solo 4 distretti su 23 (monitorati) hanno invece subito un calo. “Si tratta dei prodotti in vetro di Venezia, del grafico Veronese, del tessile-abbigliamento di Treviso e dell’oreficeria di Vicenza”, si legge nel rapporto, che prosegue poi con i dati positivi: “Per tasso di crescita e aumento in valore assoluto delle esportazioni, spiccano l’occhialeria di Belluno che, con un progresso nel 2013 del 6,3%, è rimasto il primo distretto veneto per valori esportati a quota 2,134 miliardi di euro, e la concia di Arzignano che, con un aumento del 12,1% e un totale esportato che per la prima volta nella sua storia ha superato quota 2 miliardi di euro, si è confermato il distretto conciario italiano più dinamico. Buone performance sono state conseguite anche dal prosecco di Conegliano-Valdobbiadene, dai vini del Veronese e dalle calzature della Riviera del Brenta, che sono stati tra i distretti più dinamici in Italia nel proprio comparto di specializzazione”.

I mercati raggiunti? Hong Kong, Emirati Arabi Uniti, Russia, Repubblica Ceca, Vietnam.

IL POCO DINAMICO TRENTINO ALTO ADIGE

Crescita anche per il Trentino Alto Adige nei mercati esteri, anche se in modo meno dinamico rispetto alla media italiana. “Tuttavia, nel complesso del 2013, grazie a una buona prima parte dell’anno, l’export dei distretti della regione ha maturato un aumento del 4,8%, per lo più in linea con la media distrettuale italiana (+4,5%)”, si legge dal rapporto di Intesa Sanpaolo.

“Dei sei distretti monitorati da Intesa Sanpaolo nel Trentino-Alto Adige, solo i vini bianchi di Bolzano nel 2013 sono rimasti sostanzialmente fermi sui livelli esportati nel 2012 – si legge ancora – Tassi di crescita sostenuti sono stati, invece, fatti segnare dai vini rossi e bollicine di Trento (+7,5% nel 2013), dal legno-arredo dell’Alto Adige (+11,5%) e dalle mele del Trentino (+12,2%). Lo scorso anno questi tre distretti insieme alle mele dell’Alto Adige (+1,5% nel 2013) hanno toccato un nuovo record storico in termini di export. Molto vicini al picco storico del 2011 i vini bianchi di Bolzano. Il gap è invece molto ampio per il porfido di Val di Cembra che, nonostante la crescita del 2% nel 2013, accusa un ritardo del 15,2% rispetto ai livelli delle esportazioni del 2002”.

IL RECUPERO DEL FRIULI VENEZIA GIULIA
Così come emerso tra luglio e settembre e dopo una fase i caduta delle esportazioni, il Friuli Venezia Giulia ha continuato a crescere a tassi sostenuti (+8,8%). Un’inversione di tendenza dovuta alla componentistica e alla termoelettrica friulana che ha mostrato segnali di recupero in mercati primari come Germania, Cina e Stati Uniti a cui si è aggiunta, infine, la Turcha. Chiusura positiva, come si lege dal monitor, e “con una crescita sostenuta gli elettrodomestici di Pordenone, i coltelli e forbici di Maniago e il prosciutto di San Daniele. Hanno, invece, accusato un nuovo calo dei valori esportati i distretti del mobile di Pordenone, dei vini del Friuli e delle sedie e tavoli di Manzano. Con questo arretramento, il distretto delle sedie e tavoli di Manzano ha toccato un nuovo minimo storico, mostrando valori di export dimezzati rispetto al 2002”.

CRESCITA DEGLI AMMORTIZZATORI SOCIALI
“I dati relativi agli ammortizzatori sociali confermano il momento di crisi che sta interessando una parte importante del tessuto produttivo locale – si legge dal rapporto di Intesa Sanpaolo – soprattutto sul mercato interno, ma anche, nel caso di alcuni distretti, sui mercati esteri”. E continua “nel 2013 le ore autorizzate di CIG (cassa integrazione guadagni) nei distretti tradizionali si sono portate a 36,1 milioni, da 34,3 milioni dell’anno precedente, rimanendo su valori di massimo storico”.

A preoccupare di più è la crisi struttural delle imprese, che ha raggiunto la metà del monte ore complessivamente autorizzato. I distretti più interessati sono principalmente tre: “il mobile del Livenza e del Quartier del Piave e la componentistica e termoelettromeccanica friulana, entrambi con 3 milioni di ore autorizzate di CIG straordinaria, e gli elettrodomestici dell’Inox Valley che, nonostante i buoni risultati riscontrati sul fronte estero, hanno toccato quota 2 milioni di ore di CIG straordinaria, a conferma del difficile momento che sta attraversando questo distretto alle prese con la riorganizzazione del principale gruppo dell’area”.

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