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Soldi ai partiti? Sì grazie

In 21 anni – dal 1992 al 2013 – aziende, privati e singoli politici hanno finanziato i partiti italiani con un miliardo e mezzo di euro (cui si sommano i 2,7 miliardi di finanziamenti pubblici). Stando ai calcoli fatti recentemente da Openpolis è Forza Italia quella che ha incassato di più: 291 milioni di euro. Letizia Moratti (18,3 milioni) e Vito Bonsignore (5,6 milioni) segnano il record di finanziamenti individuali. Tra le società private, invece, è la famosa “Publitalia 80” fondata da Silvio Berlusconi prima per denaro elargito.

Rinfreschiamo la memoria: a oggi la normativa italiana impone ai partiti di dichiarare i finanziamenti privati di importo superiore a 50mila euro. Fino al 2003, il tetto stabilito era più basso: 6600 euro. Fu una decisione dell’allora ministro dell’Economia, Giulio Tremonti, che nel 2004 alzò la soglia, e di parecchio, portandola a 50mila euro. Per cui tutti i dati in nostro possesso sono potenzialmente falsati. Da 10 anni dichiarare finanziamenti inferiori alla soglia dei 50mila è libera scelta di chi dona.

Ciò detto, le informazioni sono comunque interessanti per capire come le aziende e i grandi gruppi di interesse hanno scelto di sostenere le forse politiche a cavallo tra le due Repubbliche. Ecco qui qualche dato, preso direttamente dal rapporto Openpolis:

Costruttori, imprese edili, banche, società immobiliari e di pubblicità, pianeta agricolo e mondo farmaceutico sono tra i principali finanziatori. Nella classifica spicca la Publitalia 80 Spa (43,7 milioni di euro divisi negli anni tra Psi, Dc, Pli, Pri, Msi, Lega Nord e Forza Italia ). A ruota, figurano Gianmarco Moratti (12,3 milioni a Letizia Moratti) e la Beta Immobiliare Srl (11,5 milioni al Pds) seguiti, tra gli altri, dalla Mec Spa di Torino, holding legata alla famiglia Bonsignore (4,8 milioni allo stesso Vito Bonsignore) Banca Intesa (3,1 milioni ai Ds), Fininvest (3 milioni a Forza Italia), il conte Giannino Marzotto (2 milioni di euro tra Forza Italia e Lega Nord), famiglia Caltagirone (1,5 milioni di euro in buona parte all’Udc), Autostrade Spa (1,1 milioni ad An, Forza Italia, Lega Nord, Udc, Udeur, Prodi e Margherita), Mondadori (485mila euro a Forza Italia), Manutencoop (470mila euro tra Ds, Margherita e Ulivo), Confederazione generale dell’agricoltura (377mila euro divisi tra Ppi e singoli politici), Farmindustria (374mila euro tra Lega Nord, Forza Italia, comitato Rutelli e Pietro Folena), ed Esselunga (335mila euro perlopiù a Forza Italia e Ccd). Nella lista, con 467mila euro spalmati tra Lega Nord, Ds, Pd, Udc e Pdl, c’è anche la Progetto 90 Srl di Sergio Scaramellini, immobiliarista romano che da anni affitta appartamenti alla Camera dei deputati. Più in basso, anche la Pizzarotti Spa di Parma (315mila euro) che nel 2008-2009 ha finanziato Forza Italia e Pdl. Sempre a Forza Italia, nel 2004 sono stati erogati 330mila euro dalla famiglia Riva (Ilva), dalla Merloni elettrodomestici (41mila euro) e dalla Air One di Carlo Toto che con 90mila euro complessivi ha sostenuto anche An, Pierluigi Bersani e Massimo D’Alema.

Ora, per chi ne ha voglia e tempo, consiglio di fare un esercizio che Openpolis non fa. Prendete i nomi più importanti tra i finanziatori, divideteli per settore merceologico (editoria, costruzioni, farmaceutica, agricoltura, banca/finanza, ecc.) e associateli ai partiti destinatari. Dopodiché ricostruite le posizioni assunte dai partiti stessi in Parlamento e al governo. Il risultato, al netto di tutte le variabili che possono intervenire (instabilità politica, cambi di casacca, alleanze, strategie elettorali), è quello che auspichiamo da tempo, senza riuscire

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