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F-35, l’Italia taglia e il Regno Unito decolla

Mentre in Italia sembra ormai certo che per coprire le misure economiche il governo Renzi deciderà un’ulteriore sforbiciata ai 90 caccia F-35 opzionati dal nostro Paese, il resto d’Europa sembra “volare” in direzione opposta.

È di queste ore la notizia che il velivolo di Lockheed Martin farà il suo debutto internazionale nel Regno Unito questa estate.

Ad annunciarlo è stato il Segretario alla Difesa Philip Hammond, che ha spiegato come l’aereo verrà mostrato al grande pubblico a luglio al Royal International Air Tattoo (11-13) di Fairford, per poi volare al Farnborough International Air Show (14-20).

La decisione di far volare i caccia al di fuori degli Stati Uniti per la prima volta, a seguito di discussioni tra Hammond e il suo omologo americano, Chuck Hagel, è utile a sedare le voci dei mancati progressi del programma Lightning II, che invece paiono procedere spediti. A testimoniarlo è stato anche un recente rapporto del Gao, la sezione investigativa di Capitol Hill dedita all’auditing e alla valutazione che ha anche certificato una diminuzione dei costi per la realizzazione del caccia.

Se la Penisola preferisce non attendere che la discussione su eventuali tagli rientri nella stesura di uno strumento programmatico come il Libro Bianco della Difesa annunciato dal ministro Roberta Pinotti e mette così a repentaglio anche i riverberi che il programma potrebbe avere nel Paese – sintetizzati in un report di PricewaterhouseCoopers – la selezione dei due airshow, entrambi nel Regno Unito, mostra il ruolo significativo che quest’ultimo ha per il Jsf. Circa il 15 per cento di ogni aeromobile è costruito in Uk.

Anche l’Italia vi partecipa con lo stabilimento di Cameri, e il contributo di molte aziende, tra le quali Finmeccanica; ma alcune fonti militari indicano che le ricadute positive potrebbero non essere più così elevate a fronte di un’ulteriore diminuzione dei velivoli acquistati, vista di cattivo occhio anche dalla Casa Bianca, che chiede agli alleati Nato di non ridimensionare ulteriormente i propri apparati di difesa (gli Usa devolvono il 4,35% del Pil in Difesa, mentre la media negli Stati europei si attesta intorno all’ 1,7%. Ancora peggiori i numeri italiani, con un taglio alla spesa militare del 26% rispetto al 2004, secondo un recentissimo rapporto Sipri).

Se si guarda al Regno Unito, il clima è senz’altro differente. Il Segretario Hammond ha sottolineato come “Stati Uniti e Uk hanno lavorato insieme a stretto contatto al progetto F-35 dall’inizio” e che questo “stealth di quinta generazione sarà una spinta importante per la potenza aerea britannica“.

Il Ministero della Difesa del Regno Unito conferma così di voler sostituire sul medio periodo i suoi velivoli con i Lightning II, per assolvere a missioni di intelligence, sorveglianza e ricognizione di combattimento ad alta intensità, comprese la difesa aerea per un Carrier Task Group e supporto offensivo per le forze di terra.

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