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Che cosa non mi convince delle misure fiscali del governo. Parla il sottosegretario Zanetti

Enrico Zanetti

La prima notizia è che c’è un sottosegretario che non ha la supponenza di altri rappresentanti istituzionali e che non frappone troppi filtri e non ha timore a esporsi e dire la propria, anche grazie al suo essere competente in materia.

La seconda notizia è che le notizie arrivano da un blog, peraltro molto seguito e apprezzato.

Stiamo parlando del sottosegretario all’Economia e alle Finanze, Enrico Zanetti, e del blogger Mario Seminerio, curatore di Phastidio.net.

Seminerio aveva interpellato Zanetti, sotto forma di una lettera aperta, chiedendo lumi, e avanzando critiche, su due provvedimenti governativi. Eccoli, con le parole dello stesso Seminerio.

Il primo è relativo alla assurda distorsività di una tassazione su redditi di capitale che non farà che porre a svantaggio competitivo il settore privato rispetto al debito pubblico, con buona pace dei proclami sulla incentivazione delle iniziative produttive”.

“Il secondo caso di follia fiscale è rappresentato dalla ennesima violazione del principio (etico, prima che formale) di irretroattività dell’imposizione fiscale, nel caso della rivalutazione dei beni d’impresa, che peraltro rappresenta un caso di “copertura” di pessima qualità, oltre che assai scarsamente correlata con l’esigenza di riformare organicamente il sistema di incentivi alle imprese, per il semplice motivo che questo non è un incentivo alle imprese ma “solo” una norma di “agevolazione” fiscale, vecchia di pochi mesi”.

Ecco le risposte, e le notizie, del sottosegretario Zanetti nella risposta a Seminerio:

Sul primo aspetto, Zanetti scrive: “Credo che sia ora e tempo di portare i redditi da capitale in dichiarazione dei redditi e tassarli con le aliquote e gli scaglioni ordinari come i redditi di lavoro (…) Le banche e gli intermediari finanziari sono perfettamente in grado di fornire tempestivamente a tutti i contribuenti il “CUD delle attività finanziarie” presso di loro, indicando gli imponibili da mettere in dichiarazione insieme alle ritenute subite dal contribuente che a quel punto verrebbero chiaramente operate dall’intermediario finanziario a titolo di acconto e non di imposta.

Lavorerò in questo senso, così come lavorerò per eliminare la cedolare secca sugli affitti, fatta eccezione che per i contratti a canone agevolato, per i quali la norma ha un senso effettivo, oltre a quello del mero regalo ai grandi proprietari immobiliari. È ora e tempo che tutti i redditi vengano tassati allo stesso modo, salvo agevolazioni mirate. È una questione di equità, semplicità e trasparenza”.

Quanto al secondo aspetto sollevato da Seminerio, il sottosegretario risponde: “Confermo che è una disposizione decisamente poco ortodossa e che mi ha lasciato parecchio interdetto, soprattutto se si considera che il Primo Ministro vantava poche settimane fa disponibilità di coperture addirittura doppie rispetto alle necessità contingenti. Ciò detto, verificherò i margini di intervento, ma non farò barricate su questo punto, o meglio ne antepongo altre su alcuni tagli di spesa e, se non potrò ottenere il 100% di quello che vorrei, cederò piuttosto su questa disposizione”.

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