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Bruxelles studia regole più rigorose per i droni civili

Norme più rigorose per disciplinare l’uso degli aerei a pilotaggio remoto (APR) civili. Lo chiede l’Unione europea, che lo scorso 8 aprile ha proposto tutta una serie di vincoli per regolamentare il settore unmanned e permettere in parallelo all’industria europea di diventare leader di mercato, garantendo tutte le tutele necessarie.

LA SICUREZZA PRIMA DI TUTTO

Bruxelles pone l’accetto sulla sicurezza, chiedendo ad esempio che i cosiddetti droni ad uso civile garantiscano un livello equivalente a quello dell’aviazione munita di equipaggio. A questo punto la palla passerà all’Agenzia europea Easa (European Aviation Safety Agency), che per parte sua comincerà ad elaborare regole specifiche di respiro comunitario per gli aeromobili a pilotaggio remoto. Parallelamente, svilupperà le necessarie prescrizioni di sicurezza ed in particolare quelle intese a tutelare i flussi di informazioni, per poi proporre obblighi giuridici specifici per tutte le parti interessate, come gestori del traffico aereo, operatori e fornitori di servizi di telecomunicazione, che saranno applicati dalle singole autorità nazionali.

FOCUS SULLE OPPORTUNITÀ

“I droni civili – ha dichiarato il vice presidente della Commissione europea Siim Kallas –, di ogni forma e taglia, possono controllare strade, ponti, ferrovie; monitorare disastri naturali con accuratezza superiore ad altri tipi di aeromobili. In futuro poi potranno svolgere altre funzioni, addirittura consegnarvi i libri ordinati sul vostro sito preferito. Ma in molti, me compreso, si devono preoccupare della sicurezza di questi sistemi, così come delle questioni legate alla privacy e alla protezione dei dati”. “Per regolare questo settore – ha aggiunto Kallas – abbiamo proposto tutta una serie di misure, che consentiranno all’industria europea di cogliere le opportunità che il mercato offre”.

INCENTIVI ALLE IMPRESE

La Commissione europea intende fornire un forte impulso al lavoro di ricerca e sviluppo (R&S), in particolare ai fondi Ue gestiti dall’impresa comune SESAR, affinché i tempi necessari per l’inserimento di questi aeromobili nello spazio aereo europeo siano abbreviati al massimo. Le Pmi e le start-up del settore riceveranno infatti un sostegno per sviluppare le opportune tecnologie (programmi Horizon 2020 e COSME).

CONTROLLI RIGOROSI

I dati raccolti da questi sistemi dovranno rispettare le norme vigenti in materia di protezione dei dati personali e le autorità preposte dovranno controllare la raccolta e l’elaborazione dei dati personali. La Commissione valuterà come garantire che le norme in materia di protezione dei dati siano pienamente applicabili a questo tipo di velivoli ed eventualmente potrà proporre modifiche o orientamenti specifici. Infine saranno adottate nuove norme anche sulla responsabilità e l’assicurazione. L’attuale sistema di responsabilità nei confronti di terzi infatti è stato stabilito principalmente in termini di aeromobile con equipaggio, in cui la massa (a partire da 500 kg) determina l’importo minimo dell’assicurazione. La Commissione valuterà quindi la necessità di modificare le norme in vigore per tener conto delle specificità dei sistemi aerei pilotati a distanza.

PROSSIME TAPPE

Nel corso del 2014 la Commissione Ue effettuerà un esame d’impatto approfondito per valutare tutte le problematiche e definire le prassi migliori, per poi avanzare una proposta legislativa, che potrà essere sottoposta all’approvazione degli Stati membri e del Parlamento europeo. L’Easa nel frattempo può però iniziare a sviluppare le norme di sicurezza necessarie. Tutto questo mira a realizzare l’obiettivo dichiarato dal Consiglio europeo di dicembre 2013: garantire la progressiva integrazione degli aeromobili a pilotaggio remoto nello spazio aereo a partire dal 2016. Secondo alcune stime, nei prossimi 10 anni, l’industria dei droni civili potrebbe rappresentare il 10% del mercato dell’aviazione. Un giro d’affari di 15 miliardi di dollari all’anno.

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