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Come funziona il filtro della Casa Bianca tra Intelligence e giornalisti

Obama “silenzia” i giornalisti: niente contatti con l’intelligence. Secondo quanto riportato dal New York Times la Casa Bianca avrebbe impedito a funzionari di 17 agenzie di colloquiare con alcuni giornalisti su argomenti classificati come top secret. La nuova direttiva imposta dal numero uno dell’intelligence nazionale, James R. Clapper jr (in foto), impone ai dipendenti di segnalare qualsiasi contatto non programmato con i giornalisti. I funzionari che violeranno la direttiva potranno essere multati e anche licenziati.

MEDIA E FONTI
Contatti su fonti, metodi, attività e decisioni: ecco i quattro aspetti oggetto del provvedimento governativo, secondo cui è impedito “il contatto con i media circa le informazioni di intelligence, comprese le fonti di intelligence, metodi, attività e provvedimenti non autorizzati”. Il personale che non osserverà tali disposizioni “potrà essere oggetto di azioni amministrative che possono includere la revoca del nulla osta di sicurezza o la cessazione del rapporto di lavoro”. Per cui spazio a procedimenti penali veri e propri per i trasgressori. La direttiva è stata siglata da Clapper lo scorso 20 marzo e pubblicata una settimana fa sul sito web dell’ufficio. Nello stesso giorno ha provveduto a divulgare un protocollo regolamentare per proteggere gli informatori che riportano notizie approvate su frodi o abusi attraverso canali governativi. Si tratta di un complesso di norme che non si applicano agli appaltatori di intelligence, ma solo ai dipendenti dell’agenzia. Una differenza di applicazione che ha attirato l’attenzione sul dibattito circa la figa di notizie di Snowden.

AUTORIZZAZIONI
La direttiva volta a limitare il contatto con i giornalisti è stata annunciata da Steve Aftergood, specialista segreto del governo per la Federazione degli scienziati americani. In un post sul suo blog Aftergood sottolinea che l’unica notizia di intelligence è quella autorizzata. E ha criticato la politica che intende andare troppo lontano, sostenendo che le interazioni di routine tra i dipendenti delle agenzie e i giornalisti su questioni non classificate, non costituiscono una minaccia per la sicurezza nazionale, ma invece proprio una eventuale limitazione avrebbe avuto effetti negativi. “La nuova politica è probabile che sia efficace nel ridurre la qualità, l’indipendenza e il contenuto critico delle informazioni di intelligence disponibili per la stampa e per l’opinione pubblica”, ha sottolineato al Nyt.

DIBATTITO
Ma i funzionari dell’intelligence hanno ribattuto che la politica ha reso uniformi una serie di norme che erano generalmente in atto proprio attraverso i servizi. Si tratta di politiche che in genere richiedono un’attenta preselezione delle osservazioni, approntata per gli eventi classificati e per quelli auto segnalati circa un contatto non programmato con i giornalisti. “Ciò non impedisce a un membro della comunità di intelligence di parlare con un membro della stampa”, ha aggiunto Shawn Turner portavoce di Clapper.

YEMEN & IRAN
Nella primavera del 2012, all’indomani di una serie di episodi di fughe di notizie in merito a questioni come la politica di attacco dei droni in Iran e i tentativi di sventare un complotto bomba in Yemen, il Comitato Intelligence del Senato aveva aggiunto un emendamento al disegno di legge annuale di intelligence che avrebbe fortemente ridotto la capacità di funzionari di intelligence per fornire informazioni sui briefing classificati top secret. In quell’occasione i sostenitori della libertà di stampa e alcuni funzionari dei servizi segreti, compresi quelli appartenenti all’ufficio del signor Clapper, esercitarono forti pressioni contro il disegno di legge, osservando che si spingeva troppo oltre. Sul punto il senatore democratico Dianne Feinstein, presidente della commissione intelligence, decise di far ritirare la maggior parte degli emendamenti. Ma nel giugno 2012 Clapper decise di emanare una direttiva che richiedeva un’ulteriore passaggio da parte dei poligrafici del controspionaggio per poter autorizzare una divulgazione ai mezzi di informazione.

twitter@FDepalo

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