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Vi spiego perché mi candido alle Europee con il Nuovo Centrodestra

Caro direttore,

sono candidato per il Nuovo Centrodestra nel collegio del Nord Est per la elezione del Parlamento europeo.

Poiché il giornale on line da lei diretto ha la cortesia di pubblicare gli articoli con cui sfogo un’incontenibile grafomania senile, le chiedo di ospitare alcune dichiarazioni di carattere programmatico che saranno la mia bussola nel caso – assai improbabile – che venissi eletto.

GUARDA CHI C’ERA ALLA COSTITUENTE DEL NUOVO CENTRODESTRA. LE FOTO

Nella consultazione del 25 maggio sono ammesse le preferenze. Gli elettori hanno il diritto, pertanto, di conoscere come la pensa la persona che chiede loro di scrivere, di propria mano, il suo cognome sulla scheda. Prima di esporre alcune mie idee sui principali temi al centro della campagna elettorale, sento il dovere di chiarire la mia posizione politica.

Non sono un voltagabbana, ma una persona che tiene alla sua coerenze, anche se considera legittimo mutare opinione. Dalla fine del 2012 ad oggi ho cambiato tre volte partito: sono passato dal Pdl a Scelta civica (candidato non eletto al Senato nelle elezioni politiche del 2013), poi, al momento della sua costituzione, ho aderito, senza soverchie illusioni, al Nuovo Centrodestra.

Apparentemente, mi si potrebbe accusare di eccessivo trasformismo, come capita a tanti in una fase oscura della politica come quella in cui stiamo vivendo. In realtà, io non mi sono mosso; anzi, per certi versi mi considero un precursore. Quando il 6 e 7 dicembre del 2012, all’improvviso, il Pdl decise di non votare più la fiducia al ‘’governo dei tecnici’’, io continuai a farlo perché ritenevo che quell’esecutivo lo meritasse, nonostante tutto, dal momento che  conservava un importante vantaggio: quello di garantire (perché ne era il mandatario) un linea di condotta coerente con l’obiettivo del risanamento dei conti pubblici in armonia con le indicazioni dell’Unione.

Non mi piaceva la piega, sostanzialmente critica nei confronti della Ue, che avrebbe preso la campagna elettorale del Pdl; così mi iscrissi al gruppo misto ormai in zona Cesarini della Legislatura, quando mi resi conto che i tentativi di prendere le distanze da Silvio Berlusconi (che ci furono in quegli stessi ambienti che un anno dopo avrebbero fondato il Ncd) non avrebbero avuto consistenza.

Durante le vacanze di Natale, Mario Monti mi propose di candidarmi nelle sue liste. Accettai anche se, per la collocazione che mi fu data, era chiaro che non sarei stato eletto. Come accadde. Ben presto mi resi conto dei limiti di Scelta civica, ora divenuti tanto palesi e devastanti da non meritare neppure un commento.

Così, quando la ‘’ribellione’’ di Angelino Alfano, abortita nel dicembre 2012, si concretizzò nel novembre del 2013 con la nascita del Ncd (nelle stesse ore in cui Sc si scindeva), mi resi conto che era lì il mio posto. Non a caso, in quel partito sono confluiti quasi tutti i  compagni di tante comuni battaglie. Come sempre, non ho contrattato nulla, né preteso nulla. Poi mi è stato chiesto se ero disponibile a candidarmi, almeno per spirito di servizio. Ci ho pensato un paio di giorni, poi ho accettato. Anche se non sono attrezzato per condurre una campagna elettorale tanto impegnativa, non ho reti organizzate su cui appoggiarmi né mezzi economici adeguati. Ho soltanto la mia storia.

ANGELINO ALFANO PRESENTA IL NUOVO CENTRODESTRA. LE FOTO DI PIZZI

Quale è il mio programma? Un rivoluzionario del ‘’secolo breve’’ – che è poi il ‘’mio’’ secolo – affermava che i programmi sono bandiere piantate nella testa della gente: ovvero poche idee chiare e distinte da cui discendono quasi automaticamente le scelte da compiere sui singoli problemi.

La mia parola d’ordine è una sola: Europa uber alles! L’uso del tedesco non è casuale, ma un omaggio voluto ad Angela Merkel, di cui condivido la politica (le riforme e il risanamento sono il presupposto irrinunciabile della crescita), mentre detesto quelle pretestuose prese di distanza dalla Ue, che appartengono a una classe politica imbelle, sempre pronta ad introiettare i veleni delle forze antisistema che di volta in volta compaiono sul teatrino della politica italiana.

E’ stato così con la Lega: il federalismo e la riforma del Titolo V sono state la conseguenza nefasta di un regionalismo d’accatto con cui il movimento fondato da Umberto Bossi ha influenzato tutte le forze politiche facendo credere loro che da lì potesse venire il consenso del Nord.

Oggi le forze populiste e cialtrone (anche Forza Italia non è estranea a questa tematica) non sanno rinunciare alla polemica contro le istituzioni europee e soprattutto contro l’euro, arrivando persino a prefigurare devastanti ed irresponsabili fuoriuscite che metterebbero il Paese in una condizione insostenibile. Per me si tratta di atteggiamenti vomitevoli.

Non meritano un giudizio diverso comportamenti e programmi – che, se accolti,  manderebbero a gambe all’aria l’Italia – adottati soltanto per raccattare i voti dell’elettorato più beota e plebeo. Ecco quindi il mio programma: dalla parte dell’Europa e dell’euro. E’ questa la battaglia di civiltà che sarà al centro di questa campagna elettorale. E’ per questi motivi che, senza tatticismi ed infingimenti, sono contento di prendere parte a questa avventura. La posta in gioco è troppo importante. Tutto il resto – direbbe un noto cantante scomparso – è noia. E squallore.

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