Il Teatro è una ruota che gira,
è un suono vibrante, lo stralunare di occhi,
un paio di guanti. Muti, bianchi.
E’ un arco teso, un lontano lamento,
lo sbocciare di un fiore.
Un palcoscenico di petali. Soli.
Ha bocca e denti, è un apparato digerente.
Ha una maschera e una, mille voci.
Mostra un paesaggio infinito, quello di ognuno.
Di cui specchia sul fondale lo spirito.
Il teatro è l’attore. Vita di vite.
Scioglie la lingua al balbuziente. Commuove chi non ci sente
Dà una casa a chi è nomade d’animo.
Ti fa piangere e ridere, fino allo spasimo.
E’ un mondo. Non sempre di favola.
E’ tutto un lavoro d’attrezzi, di cavi e di fili. Di schiene e di mani.
Un montare di armadi, letti e casciola. (per la rima)
Il velluto della platea e dei palchi non è quello dei camerini,
Spartani e dimessi, a volte. Non per damerini.
Il teatro è magia, illusione. E’ creazione!
Lo spegnersi di una luce, l’evanescenza di uno spot,
il ritardo di una nota, lo scavarsi di un viso,
l’inumidirsi delle pupille di splendidi occhi.
Un goccia, enorme, in cui sprofondare in barca.
Un colpo di cannone.
E già ti regala un’emozione.
