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Un mondo senza memoria? Destinato all’oblio

Georges Clémenceau, Primo Ministro di Francia ebbe a dire che il governo turco si era reso colpevole di un massacro la cui atrocità eguagliava e superava qualsiasi altro che la storia avesse mai registrato. Un milione e mezzo di martiri. Il 24 aprile saranno celebrati i 99 anni dal genocidio armeno, quando il Metz Yeghern (Il grande male) azionato dall’Impero Ottomano ebbe il sopravvento su pace e convivenza, spargendo sangue e ferite ancora oggi vive.

Dal secolo XI e per quasi 300 anni, gli armeni crearono sulle coste del mediterraneo il Regno di Cilicia, prima di essere invasi dagli ottomani nel XV secolo. Ma al termine del XIX secolo quando l’Impero Ottomano si avvia verso il suo tramonto, ecco al potere giunsero i Giovani Turchi, con l’ideologia nazionalistica ed il panturanismo che vennero iniettati come fiele. E’stato stimato che dal 1809 al 1920 sono stati trucidati più di un milione e mezzo di armeni. Si tratta in assoluto del primo genocidio del XX secolo contro un popolo caratterizzato ideologicamente dal forte vincolo con il perdono evangelico.

La giornata sarà ricordata in tutta Italia con diverse manifestazioni a Roma, Napoli, Bari, Padova, Milano e Torino.
Finanche il Parlamento europeo ha decretato nel 1987 che durante la Prima Guerra Mondiale i massacri perpetrati dalla Turchia “costituiscono crimini riconosciuti dall’ONU come genocidio. La Turchia è obbligata a riconoscere tale genocidio e le sue conseguenze”. Leslee Davis, Console USA, nel luglio 1915 osservò: “Non è un segreto che il piano previsto consisteva nel distruggere la razza armena in quanto razza”.

L’esercizio del ricordo non è una pratica che ha come finalità quella di spargere altro sale su quelle ferite, ma invitare a non dimenticare affinché episodi drammatici come quelli che hanno avuto come protagonisti gli armeni non si ripetano in futuro. Nella consapevolezza che se da un lato è imprescindibile una visione sociofuturistica che non proceda guardando sempre e solo nello specchietto retrovisore della storia, dall’altro metabolizzare che un mondo senza memoria è destinato inevitabilmente all’oblio.

Mondo Greco
twitter@FDepalo

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