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Gianpiero D’Alia (Udc): “Perché promuovo, con una riserva, la riforma della burocrazia”

“Efficienza, giovani, taglio costi senza demagogia. #RiformaPa parte bene. Con dipendenti protagonisti e politica unita”. Con parole eloquenti scritte su Twitter Gianpiero D’Alia, presidente e deputato dell’Unione di centro, già ministro per la Pubblica amministrazione e la Semplificazione nel governo guidato da Enrico Letta, promuove il progetto di innovazione della burocrazia presentato da Matteo Renzi e Marianna Madia.

(ECCO LE FOTO DI PIZZI ALLA PRESENTAZIONE DELLA RIFORMA CON RENZI E MADIA)

D’Alia spiega a Formiche.net i motivi della sua adesione, il parlamentare risponde in forma indiretta alle valutazioni critiche mosse da buona parte del mondo dirigenziale e sindacale.

Perché approva il piano di riforma dell’apparato statale presentato dall’esecutivo?

Il mio giudizio positivo in questa fase attiene innanzitutto al metodo seguito dal governo. Perché si apre un confronto con i lavoratori dipendenti e i soggetti destinatari del progetto, allo scopo di valutare le soluzioni per rendere più efficiente la pubblica amministrazione.

E riguardo ai contenuti?

Riconosco all’esecutivo il merito di aver individuato le lacune nevralgiche dell’assetto burocratico italiano: valutazione delle performance di dirigenti e dipendenti, svecchiamento della Pa. Un punto, quest’ultimo, strategico. Perché grazie ai tagli radicali degli ultimi anni, il numero di lavoratori pubblici nel nostro Paese è oggi in linea con la media europea. Ma al percorso di snellimento non è corrisposta un’analoga opera di ringiovanimento, con l’immissione di personale più permeabile alle nuove tecnologie e alla padronanza delle lingue straniere. Pensi che appena il 10 per cento dei dipendenti ha un’età al di sotto dei 35 anni.

Renzi propone l’abrogazione del “trattenimento in servizio” per chi ha maturato l’età previdenziale.

Nella Pa è possibile ricorrere a un pensionamento anticipato con scivoli e agevolazioni se il lavoratore ha già maturato il diritto alla pensione prima dell’entrata in vigore della riforma Fornero. Prepensionamenti che il governo Letta aveva esteso in modo mirato alle amministrazioni locali in stato di dissesto finanziario affinché adottassero un’efficace cura dimagrante. Il tema di un esodo anticipato e agevolato potrebbe essere utilizzato in maniera più ampia a livello nazionale.

Il premier però non ha specificato l’entità dello sblocco del turn over.

Forse perché la legge di stabilità 2013 prevede regole assai stringenti sul ricambio del personale: il 20 per cento nel 2014, il 40 nel 2015, il 60 nel 2016. Si tratta di un drastico giro di vite. Per cui non capisco la ragione degli 85mila esuberi previsti dal piano messo a punto dal Commissario per la spending review Carlo Cottarelli.

Come giudica la forte attenuazione delle “sospensive” dei TAR per snellire la giustizia amministrativa?

Non credo che si possa considerare l’istituto della “sospensiva” un freno a prescindere dei procedimenti pubblici. La giustizia amministrativa garantisce i principi di imparzialità e buon andamento della Pa. E se una gara d’appalto si svolge in violazione dei principi di sana competizione tra imprese, l’intervento del giudice è doveroso. È necessario operare affinché la decisione di merito arrivi in breve tempo e non si limiti alla fase cautelare.

L’abrogazione del segretario comunale non rischia di creare dirigenti privi di autonomia e coraggio di fronte alla politica?

Resto del tutto contrario a demolire tale figura che invece va rafforzata. Il suo ruolo è fattore di garanzia e di interlocuzione per sindaci e governi territoriali. E lo è grazie alle regole imparziali e non politiche non cui viene scelto. Il rischio derivante dalla sua soppressione è che, in assenza di controlli preventivi sugli atti amministrativi, alla fine tutto si scarichi sul contenzioso giudiziario a discapito dei cittadini.

L’adozione di criteri rigorosi di mobilità e produttività per i dirigenti pubblici dovrebbe valere per il personale docente?

Ritengo doveroso partire dal mondo della scuola e dell’università. Per avere formatori capaci e qualificati su cui investire bisogna contare su metodologie di merito più severe. Parametri di giudizio su prestazioni professionali individuali e di équipe. Perché così potremo assegnare risorse proporzionali alla produttività e alla qualità dei risultati conseguiti.

Concorda sulla riduzione del 50 per cento dei distacchi sindacali?

Condivido al 100 per cento la misura, poiché il monte ore relativo ai permessi è eccessivo e poco trasparente. Ricordo che da ministro della Pa avevo chiesto al mio dipartimento di pubblicare in Rete tutti i nomi dei loro beneficiari, per un’elementare esigenza di conoscenza pubblica. Mi fu chiesto di sottoporre la scelta al Garante della privacy, il quale ha ritenuto non pubblicabili le informazioni ritenendole dati sensibili. Un’interpretazione scellerata. Per questo motivo proporrò a Marianna Madia di mettere on line il rendiconto delle spese sindacali e i nomi dei titolari dei permessi. È in gioco il denaro dei contribuenti.

È possibile un’analoga azione di trasparenza per tutte le aziende pubbliche?

Certo. Possiamo fare in modo che le società partecipate e le aziende concessionarie come la Rai pubblichino in forma telematica i dati sui contratti e le retribuzioni dei dirigenti. Nella stessa ottica deve inserirsi l’attuazione dell’Agenda digitale promossa e incardinata dal governo Letta grazie alla cabina di regia di Francesco Caio. Una premessa essenziale per l’avvento dell’identità digitale preannunciato dal governo a favore di ogni cittadino.

(ECCO LE FOTO DI PIZZI ALLA PRESENTAZIONE DELLA RIFORMA CON RENZI E MADIA)

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