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Le domande in attesa di risposta su Aldo Moro

Il 16 marzo 1978, a Roma, in via Fani, le Brigate rosse uccidono gli uomini della scorta e rapiscono il presidente Dc Aldo Moro: Oreste Leonardi, Giulio Rivera, Raffaele Iozzino, Domenico Ricci e Francesco Zizzi. Dal 1978 si svolgono cinque processi, si realizza nel 1979 la I Commissione Moro, 4 Commissioni sul terrorismo negli anni 1992, 1994, 1996, 2001, la Commissione P2.

La Camera ha approvato, su iniziativa degli onorevoli Pd Giuseppe Fioroni, Gero Grassi e Roberto Speranza, con proposta firmata da tutti i gruppi, la legge istitutiva la seconda Commissione d’indagine sul rapimento e la morte di Moro. Perché dopo 36 anni ancora una indagine? La verità non è ancora emersa. Lo dicono la magistratura e le commissioni. “La verità è più grande di qualsiasi tornaconto. La verità è sempre illuminante e ci aiuta a essere coraggiosi”, dice Moro.

Ho letto gli atti dei processi Moro e delle commissioni. Per il gruppo Pd della Camera ho realizzato una sintesi testuale, pubblicata sui siti www.deputatipd.it e www.gerograssi.it. Di seguito alcuni punti controversi e oscuri della vicenda.

Anzitutto la dinamica dell’eccidio di via Fani. Non tutti i partecipanti sono individuati, soprattutto chi non fa parte delle Br. Alessio Casimirri è in Nicaragua. Non è mai stato arrestato e lo Stato non ne ha mai chiesto l’estradizione, ma ha speso oltre un miliardo e mezzo per mandare i servizi segreti a trovarlo. Perché? Completamente oscuri poi sono i nomi dei due della moto Honda, condannati per omicidio in un processo, ma mai identificati. I brigatisti affermano alla magistratura che i due non sono dei loro. La magistratura parla di motivazioni inconfessabili a proposito della non conoscenza della identità.

Ancora, dove è stato tenuto prigioniero Moro? I brigatisti dicono in via Montalcini, a Roma. La magistratura accerta che le prigioni sono almeno due. Perché i brigatisti non dicono la verità? Chi fa parte della intelligentia che scrive i documenti delle Brigate rosse e che si riunisce a Firenze? Quali i rapporti tra i componenti del comitato del ministero degli Interni che si occupa del caso Moro durante i 55 giorni e la P2, considerati i tantissimi piduisti presenti? Perché generali dei Carabinieri e magistrati nel periodo del rapimento si incontrano con Gelli nella sua villa di Arezzo per discutere del caso Moro? È vero che durante i 55 giorni al ministero degli Interni entra tale ingegnere Luciani, in realtà Licio Gelli? Perché all’interno della magistratura si verificano divisioni devastanti, tanto che il Procuratore capo della Repubblica di Roma e il Sostituto procuratore che segue l’inchiesta non si parlano e lo dimostrano in occasione dell’episodio del lago della Duchessa, quando il Sostituto non segue il Procuratore al lago, dichiarando di sapere che il comunicato n. 7 delle Br è falso? Quali i rapporti tra Br e la banda della Magliana, camorra, mafia e ‘ndrangheta?

La magistratura accerta che il comunicato Br n. 7 è realizzato da Tony Cucchiarelli, capo della banda della Magliana. Un affiliato della ‘ndrangheta dichiara di sapere il perché della scomparsa dalla scrivania del giudice del rullino fotografico scattato dopo l’eccidio di via Fani. Un affiliato di Cutolo dichiara che in via Montalcini la camorra aveva abitazio¬ni-rifugio. Quale la verità sulla seduta spiritica di via Gradoli? Chi fa la soffiata come chiede il giudice Priore? Perché nessuno sa dell’esistenza di via Gradoli, nonostante il 18 marzo ci sia stata una ispezione della Polizia, il prefetto Parisi dispone di 4 appartamenti in via Gradoli e i servizi segreti hanno appartamenti? Perché don Antonello Mennini, vice parroco della Chiesa di Santa Lucia e latore di diverse lettere delle Br non si è mai fatto interrogare dalle commissioni d’inchiesta, rifugiandosi dietro il suo stato di ministro del culto? È vero, come sostiene Corrado Guerzoni, capo ufficio stampa di Moro, che don Antonello si reca nella prigione e porta la comunione al presidente Moro? Quali influenze hanno avuto la Cia, il Kgb, l’Ira, il Mossad, la banda Baader-Meinhof e i servizi segreti bulgari e cecoslovacchi?

La testimonianza di Alberto Franceschini non è mai stata smentita. Mario Moretti e Alessio Casimirri sono brigatisti o uomini dei servizi segreti? Franceschini e Curcio sostengono, senza dubbio, che Moretti è un infiltrato e che i carabinieri troppe volte hanno mancato il suo arresto. Chi ha la copia del memoriale Moro ritrovato in via Montenevoso a Milano nel 1978? Perché è stata fotocopiata fuori dall’appartamento senza la presenza del giudice? Perché tutti quelli che hanno visto o letto il memoriale sono stati uccisi: i generali Dalla Chiesa e Galvaligi, il colonnello Varisco, Chichiarelli, Pecorelli e infine la morte sospetta del colonnello Bonaventura, il giorno prima la sua audizione?

Perché il giudice Pomarici non ha mai creduto al senatore Flamigni quando questi diceva che in via Montenevoso c’era ulteriore materiale delle Brigate rosse, ritrovato dopo 12 anni da un muratore? Perché i carabinieri e il giudice hanno sostenuto che l’appartamento di via Montenevoso era stato scarnificato mattonella per mattonella, impedendo per dodici anni la scoperta? Perché nell’omicidio Dalla Chiesa gli autori del delitto rubano la borsa che il generale porta con sé dai tempi del rapimento Moro e poi si recano nella sua abitazione prelevando dalla cassaforte documentazione riservata? Perché quando pare che si stia profilando la liberazione di Moro, il 9 maggio 1978 in via Caetani si trova il corpo del presidente? Chi lo uccide? Dove? A che ora?

Eleonora Moro, alla Commissione nel 1980: “L’onorevole Moro, da penalista, non avrebbe approvato la condotta dei brigatisti; però avrebbe voluto distruggere o rimuovere le cause che portavano i ragazzi a fare cose di questo genere, in modo che potessero esprimere il loro pensiero, la loro sfiducia e tutto quello che volevano dire con armi proprie, con quelle dell’uomo che parla e fa valere la propria intelligenza, il peso della propria persona matura”. In tutta Italia il gruppo Pd della Camera organizza manifestazioni nel corso delle quali racconto ai cittadini “Chi e perché ha ucciso Aldo Moro”. Due ore di religioso silenzio da parte dei tantissimi presenti, quale omaggio a una persona mite e buona come Aldo Moro.

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