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Grane e rivoluzioni di Google

Mentre la Corte europea si adopera per imbrigliare i motori di ricerca introducendo nuove misure per la privacy degli utenti della Rete, Google cura le ferite di Google plus, il social network con cui ha di fatto messo fine alla sua competizione con i giganti Facebook e Twitter. Ma sulle strade di Mountain View Google non sbanda a bordo delle sue rivoluzionarie auto senza conducente dotate di software di gestione sempre più raffinati.

UNA CAUSA PERSA

Grazie ad una nuova sentenza della Corte europea chiunque potrà chiedere a Google di rimuovere i risultati di ricerca che fanno riferimento ad articoli di giornale, sentenze di giustizia o altri documenti collegati alla propria persona. Nonostante la Corte abbia constatato che occorre ricercare un giusto equilibrio tra l’interesse degli utenti di Internet e il diritto al rispetto della vita privata e quello alla protezione dei dati personali la sentenza si è rivelata una sorpresa per gli addetti ai lavori.

LA VICENDA

Nel 2010 un cittadino spagnolo, Mario Costeja Gonzalez, intentò una causa contro un quotidiano, Google Spain, e Google Inc. Ieri la Corte Ue ha risposto così ai giudici spagnoli in merito alla causa: “Il gestore di un motore di ricerca su Internet è responsabile del trattamento effettuato dei dati personali che appaiono su pagine web pubblicate da terzi”.

LO SCETTICISMO

A manifestare scetticismo sulla sentenza della Corte di Giustizia è stato anche l’Istituto Italiano per la Privacy e la Valorizzazione dei Dati convinto che la decisione della Corte protenda maggiormente all’interesse astratto delle notizie, e meno al diritto concreto degli utenti ad accedervi: “Nell’interpretazione della Corte, un motore di ricerca – che è un mero sistema di indicizzazione/consultazione di contenuti – diventa Titolare del trattamento dei dati delle persone di cui i siti pubblicano i dati e come tale deve rispondere alle richieste di cancellazione degli interessati. Questo ci sembra parossistico”, si legge in una nota.

LA REAZIONE DI GOOGLE

“Si tratta di una decisione deludente per i motori di ricerca e per gli editori online in generale. Siamo molto sorpresi che differisca così drasticamente dall’opinione espressa dall’Advocate General Ue e da tutti gli avvertimenti e le conseguenze che lui aveva evidenziato. Adesso abbiamo bisogno di tempo per analizzarne le implicazioni”, ha commentato un portavoce di Google.

 IL DESTINO DI GOOGLE PLUS

Ma nelle ultime settimane ha fatto discutere la scelta di Vic Gundotra, per otto anni a Google e dal 2011 a capo del progetto Google plus, di lasciare l’azienda. Il suo abbandono è stato interpretato dagli esperti del settore come la conferma delle difficoltà del social network: “È il momento di un nuovo viaggio”, ha scritto Gundotra in un post su Google Plus.

Ad animare il dibattito in Rete è stato il sito specializzato TechCrunch che, in un post di Alexia Tsotis e Matthew Panzarino, ha definito definito il social network di bigG “un morto che cammina”.

“Quello che sentiamo da diverse fonti è che Google+ non sarà più considerato un prodotto, ma una piattaforma: di fatto mettendo fine alla sua competizione con gli altri social network come Facebook e Twitter”, si legge su TechCrunch.

Con i suoi 540 milioni di utenti attivi Google plus è ancora molto distante dagli 1,2 miliardi di utenti del colosso Facebook ma secondo quanto dichiarato dal gruppo l’abbandono di Gundotra non avrebbe alcuna conseguenza sulla strategia del social network.

GOOGLE TIRA DRITTO

A Mountain View le attenzioni si concentrano però anche su altri terreni. Capitanate da Google le più grandi case automobilistiche mondiali stanno lavorando alla realizzazione di veicoli senza conducente sempre più sofisticati. Google ha dichiarato di aver già percorso 700.000 miglia (più di 1,1 milioni di km) in modalità autonoma.

Il suo software si è raffinato ulteriormente arrivando ad oggi ad individuare ogni tipo di utente della strada, in particolare pedoni e ciclisti. L’auto di Google è capace inoltre di cambiare corsia per i lavori in corso e di evitare i camion parcheggiati a lato della strada.

“Abbiamo ancora un sacco di problemi da risolvere, come insegnare all’auto a guidare su più strade a Mountain View, California, prima di affrontare altre città, ma migliaia di situazioni che ci avrebbero messo in difficoltà due anni fa adesso possono essere affrontate autonomamente”, si legge sul blog ufficiale dell’azienda californiana.

GUARDA IL VIDEO DI GOOGLE

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