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Europee 2014, ecco chi ha sedotto Grillo da Vespa

Chi voleva conquistare Beppe Grillo nel salotto di Bruno Vespa? Parte da questa domanda l’analisi che l’esperto di filosofia del linguaggio Giovanni Laccetti fa su Termometro politico. E il risultato sorprende.

I DESTINATARI

Le premesse infatti differiscono dalle conclusioni a cui giunge lo studio. Porta a Porta è tendenzialmente il pulpito per chi vuole parlare agli elettori di centro-destra, secondo alcuni osservatori. Eppure, nel discorso del leader del M5S, Berlusconi viene nominato esplicitamente soltanto una volta e non in una posizione sintattica o logica particolarmente rilevante.

Il vero avversario, nominato sette volte in poco meno di un’ora, sempre in chiave negativa, è il Pd. “I calcoli dei suoi spin doctor lo hanno spinto a caccia di quell’elettorato di centro-sinistra ancora indeciso (soprattutto tra gli anziani ex bersaniani), che non vede di buon occhio l’idea di affidarsi a Renzi e medita di rifugiarsi nel voto di protesta, se adeguatamente blandito e sufficientemente tranquillizzato”, commenta Laccetti.

IL LINGUAGGIO

Per raggiungerlo, Grillo stravolge completamente il suo linguaggio. Il suo intervento, registrano i software sviluppati dall’ItaliaNLP Lab dell’Istituto di Linguistica Computazionale “Antonio Zampolli”, totalizza 66,2 punti sull’indice di leggibilità Gulpease. Il testo cioè risulta comprensibile anche a un bambino della scuola elementare particolarmente sveglio. Una semplicità d’esposizione assolutamente inedita per un leader politico italiano. Si pensi per esempio all’abilità comunicativa di Renzi, ricorda lo studioso, che aveva appena sfiorato – nel confronto Sky in occasione delle primarie di novembre – i 60 punti.

LE PAROLE

Parole nuove, dunque, e niente parolacce. A Grillo ne scappa una sola mentre i lemmi più ricorrenti sono “piazzali interi”, “milione di posti” (di lavoro), “reddito di cittadinanza”, “voto politico”, “persona onesta”. “Da una parte, dunque, le promesse: 600 euro al mese per tutti, un milione di posti di lavoro; dall’altra l’appello: un voto politico per una persona onesta”, rileva Laccetti. C’è pochissima Europa nel discorso del leader del M5S. Del resto, è lui stesso a sottolineare che quello del 25 maggio è “un voto politico”.

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