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La Cei svolta a metà: niente elezioni, deciderà sempre il Papa

Una mezza svolta alla Cei. Al termine di una giornata di discussioni franche e a tratti tese, i vescovi hanno dato il via libera alle modifiche statutarie che cambiano il procedimento d’elezione del presidente.

AL PAPA SARA’ CONSEGNATA UNA TERNA DI NOMI

D’ora in poi, al Papa saranno sottoposti tre nomi, tra i quali sarà effettuata la scelta. La terna sarà composta dalle personalità che avranno ricevuto precedentemente il cinquanta per cento più uno dei voti degli aventi diritto in assemblea. Ogni nominativo sarà votato singolarmente. Non è ancora chiaro se al Papa sarà fornito anche il numero delle preferenze: “Lo decideremo nell’assemblea straordinaria di novembre”, ha fatto sapere a tarda sera il cardinale Angelo Bagnasco.

LE TRE OPZIONI DISCUSSE IN ASSEMBLEA

Nel pomeriggio di ieri, il plenum dei vescovi italiani s’era diviso in tre gruppi. Innanzitutto vi era chi prediligeva l’elezione diretta, come accade nel resto del mondo (a eccezione del Belgio e del Patriarcato di Gerusalemme), ma i numeri non erano tali da far ottenere a questa opzione la maggioranza qualificata dei due terzi. In seconda battuta, parte dei vescovi propendeva per la consegna al Papa di una rosa ampia composta da una decina di nomi. Terza opzione, la terna. Tra le prime due, alla fine ha vinto la soluzione compromissoria. Il motivo è semplice, ha sottolineato Bagnasco: “Si è deciso di mantenere lo stretto legame con il Vescovo di Roma“, che dunque avrà ancora l’ultima parola riguardo i vertici della Cei. Smentite tutte le voci che davano per già decisa l’elezione diretta, quasi fosse un diktat papale. Francesco s’è limitato a osservare, incitando i vescovi a discutere liberamente.

TEMPI LUNGHI PER L’ENTRATA IN VIGORE DELLO STATUTO

Il percorso delineato prevede ora che la prossima Assemblea straordinaria, in autunno, approvi il Regolamento (basterà la maggioranza semplice dei voti per il via libera), quindi il tutto sarà inviato a Santa Marta per l’approvazione papale. Solo al termine di questo iter, si saprà se le modifiche statutarie saranno effettive fin da subito o se bisognerà attendere la scadenza naturale del mandato di Bagnasco, fissato per il 2017. Nulla è certo, a decidere sarà Francesco. Nelle ultime ore si rafforza l’ipotesi che all’arcivescovo di Genova possa essere fatto completare il quinquennio.

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